| GRUPPO DELLA TRASGRESSIONE |
da Rossella Dolce | 22-01-2005 |
La riunione inizia sul tema del rancore. Viene ricordato che sul sito, nell’area del rancore, ci sono molti scritti e molti altri su aree confinanti.
Molti dei presenti sottolineano l’importanza di avere un’immagine o un testo di riferimento (come abbiamo fatto per il lavoro sul figliol prodigo), in quanto parlare di questo argomento risulta molto difficile.
Due punti in particolare vengono sottolineati da Armando, Massimo e Luigi:
Walter: pur condividendo questi pensieri sottolinea l’importanza di analizzare il sentimento del rancore che identifica in una calamita: “ti attira verso il polo in cui si trova. È importante diventare consapevoli che a volte che la direzione in cui uno procede viene determinata dalla posizione e dalla attrazione magnetica di questo sentimento”.
Prof.ssa Tirelli: il fatto che ci siano delle resistenze a parlare di questo argomento mi convince maggiormente che bisogna farlo.
Marcello: si hanno delle alleanze diverse con se stessi quando si scrive di rancore.
Rossella: seppur sia vero che è difficile identificare un punto al quale riferirsi per questo argomento, gli scritti che al momento sono sul sito si rifanno sempre ad un sentimento di oppressione, alla ribellione e al desiderio di vendetta verso un tiranno che ha disposto della nostra vita senza che sia stato possibile fermarlo. Si potrebbe dunque partire da qui.
Prof.ssa Tirelli: secondo me, invece, il rancore è collegato al senso di umiliazione, che non deriva necessariamente dai soprusi subiti da un tiranno esterno.
Lettura dello scritto di Dino e successive riflessioni:
Armando: nella descrizione della vita di Dino da ragazzo trovo anche tante parti di me, come le scazzottate, l’importanza della lealtà con gli amici, il modo di vedere la politica e soprattutto ci vedo il desiderio e il tentativo di essere i migliori, di crescere e di imparare sempre qualcosa di più.
Marcello: ammiro in questo scritto la capacità che ha avuto Dino di apprendere e mettere in pratica anche il lavoro che stiamo facendo al gruppo. Mi piace nell’ultima parte la riflessione sulla conoscenza e trovo in questo scritto tutti gli argomenti che abbiamo trattato e mi fa quasi invidia il modo in cui è riuscito a utilizzarli. A conti fatti, credo che Dino abbia potuto scegliere di contenere la sua rabbia e la sua delusione perché aveva acquisito dalla famiglia dei valori e delle risorse; risorse che, purtroppo, non tutti hanno.
Nicola: io credo che Dino in questa storia abbia vinto nascondendo il coltello in bagno e non vendicandosi poi. Lo dico perché ho in mente una persona che avrebbe dovuto leggere questo scritto e invece ora non può più farlo nonostante abbia avuto intorno delle persone che avevano provato ad aiutarlo a prendere una strada diversa.
Massimo: io penso che la più grossa vittoria Dino l’abbia avuta nello scrivere e raccontare in questo modo la sua storia, rendendola così fruibile e utile a tutti.
Silvia: io credo che questo scritto vada trattato con moltissimo rispetto perché sento che Dino ci ha messo tanto di sé e perché ci sono dei temi importanti di cui bisogna parlare ma con attenzione.
Rossella: mi colpisce il tema della pietà provata per l’amico morto e il fatto che, nonostante il groviglio di sentimenti, Dino si dispiaccia che la madre non provi pena.
Marcello: è la sua cultura che l’ha salvato, è questa la differenza tra lui e il suo amico. Sarebbe finito come l’amico se non avesse avuto la sua conoscenza e l’interesse ad apprendere.