Posti con prenotazione e senza |
Claudio Nocera | 28-03-2003 |
Detto così, sembrerebbe tutto facile. In realtà non lo è affatto, perché nessuno dice mai di se stesso "sono un delinquente" e quando si parla del delinquente, ci si riferisce sempre a qualcosa che appartiene a un'altra persona. I delinquenti sono sempre gli "altri".
Se ci guardiamo attorno vediamo un mondo misto di delinquenti e persone perbene, ci sono anche persone che non sono né carne né pesce, e si potrebbero paragonare a quelle navi contrabbandiere in acque internazionali: il loro carico è illegale, ma fin che restano là, fuori dalle acque territoriali, nessuno potrà obiettare loro niente.
Vediamo genitori poco raccomandabili e i loro figli cittadini esemplari; vediamo figli dediti al crimine e i loro genitori esempi di virtù. Dunque non è vero che delinquenti si nasce; è vero, invece, che noi tutti quando nasciamo non sappiamo cosa sia il bene e il male, acquisiamo questa conoscenza principalmente, e non soltanto, attraverso l'educazione che ci viene data nei primi anni della nostra vita.
Questa educazione è come se ci lasciasse un biglietto di treno, che può essere con la prenotazione o senza prenotazione.
Quasi sicuramente quelli che hanno ricevuto una buona educazione, associata a esperienze positive, saliranno, senza esitazione, sul treno di cui hanno la prenotazione. Questo treno viaggia in direzione della vita sociale normale.
Quelli col biglietto senza prenotazione andranno alla stazione, ma per scegliere il treno su cui salire saranno condizionati da un'educazione traballante e da tutte le esperienze "fai da te" fino a quel momento vissute. Comunque quel che è certo è che un treno lo prenderanno; quello che non è certo è se arriveranno fino al capolinea, oppure scenderanno alla prima fermata, dato che su quel treno, non sempre saranno saliti per una scelta autonoma, ma per una scelta condizionata.
Può succedere che, una volta saliti sul treno carichi di aspettative da soddisfare, si sentiranno subito a loro agio e in buona compagnia; di conseguenza non verranno minimamente sfiorati dal dubbio: "sto andando nella direzione giusta?".
Penseranno solo ai vantaggi facili e immediati, quelli che di solito si ottengono senza sudare, con la convinzione di evitare le conseguenze: di farla franca! Ma il giorno in cui vengono scoperti, e quindi puniti, la certezza del vantaggio va in crisi.
E allora perché risalire nuovamente su quel treno? Si convinceranno che se hanno fallito è stato, o perché non hanno bene calcolato la cosa e allora basta rivedere i piani e tutto andrà liscio; oppure perché sono stati "sfortunati". In questo caso, siccome "non si può essere sempre sfigati", ritentandoci -si pensa- "andrà certamente bene".
Ci sarà, invece, chi dopo un po', sul quel treno, incomincerà a soffrire di claustrofobia e dovrà scendere alla prima fermata disponibile, cercando di tornare in qualche modo alla stazione, questa volta portandosi appresso un biglietto con prenotazione.