24-12-2001
Aprile è il più crudele dei mesi /genera lillà dalla morta terra/ mescola ricordo e desiderio / stimola le sopite radici con la sua pioggia primaverile..". Così ha scritto il grande Eliot. Non è aprile, il mese più crudele, qui a San Vittore: è dicembre con il Natale, la voglia di stare in famiglia, di fare un regalino a qualcuno che ami. Scambiarsi un abbraccio, giocare a tombola insieme.
Non ci sono amori brutti, né prigioni belle. Ma se un briciolo di dolore in più c'è, nella detenzione, sta nel mese di dicembre, in questi giorni che ci portano dritto alla solitudine più disperata.
Non che a San Vittore non ci venga nessuno, intendiamoci.
Molti esponenti della società civile, molte brave persone entrano, parlano, ci fanno gli auguri. In carcere si capisce bene quanta brava gente c'è fuori.
Se sono attori o cantanti si esibiscono per noi. I volontari intensificano le loro visite. Naturalmente siamo grati a tutte queste persone, che fanno di tutto per farci sentire meno soli. Vi posso assicurare che c'è davvero un "gran movimento" alla Rotonda (il cuore di San Vittore)
Ma noi vorremmo solo stare con la nostra famiglia. Noi vorremmo tornare a casa (chi ce l'ha ). Noi vorremmo che il mese di dicembre fosse la possibilità di mantenere quel rapporto d'amore con le persone che amiamo, che ancora ci amano, nonostante tutto.
Lo sappiamo che i problemi sono tanti, ed è difficile riconciliarsi.
Sappiamo che una parte della punizione sta nel non permettere, a chi è detenuto, rapporti affettivi. E' la parte più dura, più vendicativa.
C'è stata, in tempi non lontani, una proposta per far cambiare le cose. Erano state ipotizzate le "stanze dell'amore ", posti vicini o controllabili dal carcere dove isolarsi con la propria donna per fare all'amore. Naturalmente, oltre al rifiuto del personale di Polizia Penitenziaria (comprensibile, perché avrebbe obbligato ad uno strano, umiliante, tipo di servizio: aspettare fuori dalla stanza che uno avesse finito, c'era anche la perplessità di molti detenuti: "non mi va di portare mia moglie in carcere per poterla baciare, non è una prostituta". Risultato: non se ne è fatto niente, a differenza di paesi in cui questo tipo di sperimentazione ha già preso avvio (Olanda, Danimarca, Svizzera,Svezia, Finlandia, Norvegia, Germania , ma soprattutto Spagna, in cui, oltre all'istituzionalizzazione dell'affettività per tutti i reclusi, hanno messo in funzione carceri in cui ci sono appartamenti separati all'interno dei quali il detenuto trascorre alcuni giorni con i propri familiari nella massima discrezione e intimità) .
E' vero anche che per affettività si è inteso solo "far l'amore"; e allora qualcuno ha gridato allo scandalo. Ma oltre al fare l'amore c'è l'affetto, quell'affetto che si ha nel cuore a Natale; la voglia di coccole, per poter vedere che faccia fanno i bambini quando arriva Babbo Natale, giocare a carte il pomeriggio del 25, mangiare il piatto che ti preparava tua mamma quand'eri piccolo, guardare la Tv sul divano, voler bene a chi vuoi bene. Cose qualsiasi.
Ecco, ci piacerebbe un Natale qualsiasi.