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Venerdì 15 Febbraio 2002
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BESANA Hanno
affrontato momenti drammatici gli alpinisti della spedizione che ha scalato
il Kilimangiaro, alto 5895 metri, in Tanzania. Una spedizione scientifica molto
particolare, formata da 17 diabetici.
«Sette di noi non sono riusciti ad arrivare sino in vetta - racconta il
besanese Vittorio Casiraghi (nella foto), accademico del Cai - a causa delle
condizioni climatiche che abbiamo dovuto affrontare. Quando siamo giunti al
campo allestito a quota 5300, l'ultimo prima della salita finale, alcuni si
sono sentiti male. La colpa è stata dell'eccessivo freddo, una temperatura
che ci ha sorpreso perchè non era previsto un clima così rigido.
Sette dei miei colleghi sono stati colti da malore, vomiti e altri guai per
cui solo dieci di noi sono riusciti a raggiungere la vetta».
«Con me, unico alpinista brianzolo, sono arrivati in cima anche Mario
Zolli, diabetologo, Gerardo Corigliano che è il presidente degli atleti
diabetici, Marco Peruffo e Aldo Maldonato, professore universitario e presidente
della società europea di educazione diabete».
«Ci sono voluti quattro giorni di avvicinamento - prosegue Casiraghi -
superando la zona di foresta, e poi l'ambiente dell'alta montagna - prosegue
- con il relativo, difficile, acclimatamento. Poi l'ascesa fino all'ultimo campo
base dove hanno ceduto prima Piero Piccolo e Luca Tollin, bloccati dai 20 gradi
sotto zero a cinquemila metri, poi anche Maria Cristina e Roberto Brachi, Paola
Pavan e Fabio Marchetti, che erano già arrivati oltre un centinaio di
metri sopra Hans Meyer Cave, quando hanno dovuto desistere».
Anche la salita finale è stata affrontata in condizioni disperate a causa
del gelo e dell'intensa nevicata.
Vittorio Casiraghi aveva programmato con i tre compagni di avventura un altro
tentativo: la traversata di quella catena di montagne per scalare il Monte Mawenzi
(5149 metri) sulla cresta nord-ovest.
«Abbiamo dovuto operare con dieci corde doppie per questo tentativo -
spiega l'alpinista -, purtroppo non ci siamo riusciti per colpa del ghiaccio
che abbiamo trovato appena sopra i cinquemila metri e che ci ha costretto ad
arrenderci e a tornare al campo base».
La spedizione scientifica ha allacciato rapporti con l'associzione diabetici
della Tanzania, a cui ha lasciato molto materiale sanitario.