Il problema delle definizioni, tu sai benissimo, Aparo, che a uno psicoanalista non possono essere molto congeniali, perché è un lavoro lungo, faticoso.. per capirci qualcosa si passano mesi in confusione totale, insieme ai pazienti, e alla fine qualcosa emerge e si riesce a costruire.
Comunque, per rispondere alla domanda che giustamente qui si pone, e giustamente non ci si può schermire questa reazione a corto circuito, cosa ci dice? ci dice che c'è un evento in cui il pensiero, la possibilità di elaborare, da un punto di vista simbolico, di pensare, di far fantasie, collassa. Quindi, questa è la condizione, secondo me, da un punto di vista psicodinamico, di questo tipo di agito totale, chiamiamolo così. Quindi, questo può avvenire ripetutamente e così come una volta nella vita. Io non riesco a vederla empiricamente in un altro modo. Per esempio: quelli che hanno commesso un omicidio, non è assolutamente detto che lo rifacciano, però chi ce lo dice?
Il problema è che è rapita la coscienza, è rapita la possibilità di Un vecchio proverbio dice che chi sogna di uccidere qualcuno gli allunga la vita.
Prendiamola nella sua semplicità simbolica. Vuol dire che la possibilità di fantasticare di ammazzare qualcuno ci evita, o per lo meno è un buon antidoto, contro l'atto compulsivo.
Noi potremmo cercare di dire che è possibile, in qualche maniera, pensare di uccidere tutti i giorni chi ci rompe le scatole e questo potrebbe essere un esercizio non consentito invece da regole, dalla morale anche se poi si verifica quello che si verifica.
Il problema è quindi il collasso della coscienza, il collasso del pensiero. Però vorrei poi ricordare, visto che è stato fatto riferimento alla tradizione etimologica, che il raptus è legato anche all'estasi mistica, creativa, gli attacchi d'estasi. Noi abbiamo uno psicologo italiano, considerato più all'estero che in Italia, poco studiato storicamente da noi, Benussi, che si è occupato dell'estasi.
Sta di fatto che la coscienza ne è rapita
viene detratta alla sua capacità operativa. Chiaro: se avessi un paziente che ha avuto un raptus, dopo 4 o 5 anni di trattamento vi potrei raccontare come si è arrivati a quel punto. Non avendolo, ne so quanto tutti gli altri.