Quando parliamo di raptus, dobbiamo anzitutto chiarire da che punto di vista e perché gli psichiatri, gli psicologi, gli psicopatologi sostengono che esistono vari tipi di raptus, o varie interpretazioni di esso. Ma il problema è quando queste manifestazioni hanno attinenza con la giustizia, cioè portano a comportamenti illeciti anche molto gravi.
L'attenzione dell'opinione pubblica è stata particolarmente sollecitata proprio da una serie di episodi inspiegabili, episodi del tutto non prevedibili, compiuti soprattutto da minori. Questo ha scosso l'opinione pubblica e quindi,
La giustizia, il diritto penale, come definisce il raptus? Conosce questa parola? Proprio in seguito a quest'invito ho voluto verificare. Nella Giurisprudenza la parola raptus viene utilizzata solo per quanto riguarda il raptus epilettico, cioè il compimento di un comportamento del tutto improvviso, assolutamente poco chiaro (ci sono due sentenze, o tre), come fatto che consegue e avviene in una fase epilettica. Per il resto, con riferimento invece proprio al problema di inquadrare il raptus, questo comportamento rimane del tutto inspiegabile. Per quanto riguarda il problema della imputabilità, quindi, non c'è riferimento a questo termine. Piuttosto, ed è lì che io direi, dal punto di vista del diritto, di affrontare il tema, si parla di "reazione a corto circuito", cioè di comportamenti del tutto inspiegabili, improvvisi, che non sono assolutamente prevedibili (perché non ci sono dei comportamenti che li possono giustificare ed anticipare), e che poi spariscono completamente. Cioè una reazione improvvisa - poi ce lo spiegheranno meglio gli esperti, psichiatri e psicopatologi - che non trova alcuna spiegazione e che poi non lascia traccia.
Quindi il problema, per quel che riguarda il giudice, la Giustizia, e l'esperto, è quello di spiegare questo comportamento del tutto episodico, transeunte, momentaneo che non lascia alcuna traccia dopo e non è prevedibile prima. Ed oltretutto la capacità di intendere e di volere dev'essere valutata al momento del fatto.
Quindi un raptus (si preferisce parlare di reazione a "cortocircuito") che avviene in un certo momento e che dev'essere giudicato anche a distanza di tempo.
Il giudice si rivolge al perito, e qui arrivo all'altro problema che vorrei affrontare e chiarire, che secondo me è fondamentale chiarire fin dall'inizio. La difficoltà di linguaggio che c'è tra giuristi, giudici e i periti psichiatri, psicologi e psicopatologi che sono chiamati a muoversi, a giudicare nelle aule di giustizia; il problema di giudicare sull'infermità nelle aule di giustizia sul raptus, in particolare. Sono due linguaggi che finalmente incominciano a comunicare. Finalmente.
Però c'è un problema grosso, secondo me, perché...
Ecco, quindi che c'è questo contesto diverso, che crea difficoltà: crea molta difficoltà al perito perché si trova in un contesto diverso da quello in cui usa la sua scienza per fare la sua diagnosi e poi una terapia.
Nel campo della giustizia, la terapia qual è? La terapia, nel campo della giustizia non può essere altro che la sanzione, quindi la pena, o la misura di sicurezza, se la persona viene considerata inferma di mente e pericolosa.
Ecco, volevo fare questi chiarimenti, poi, se c'è qualcosa cui rispondere