Atti del convegno

 

12. Angelo Aparo


C'è in sala il professor Aloni, il quale, a suo piacere, potrebbe anche regalarci un intervento sul capitolo toccato dal professor Funari.

Per intanto, vi leggerei un breve scritto che ha prodotto un signore che ha ucciso la moglie. Non dico che ha avuto un raptus. Ha ucciso la moglie in una situazione… boh… lo lascio parlare.

"A volte, nel corso della vita capita di non essere se stessi. Una forma di smarrimento momentaneo, una perdita dei valori intellettivi così fulmineo che la stessa persona, una volta trovata la lucidità dei pensieri non sa spiegarsi. Anzi, se lo spiega, ma resta incredula sul fatto che una simile azione si sia potuta verificare.

Io posso affermare, per esperienza personale, che il raptus è un momento, un istante o se vogliamo una frazione di secondo in cui la mente perde il suo contatto con il reale normale e si avventura in una dimensione di tutt'altra portata. Ciò avviene, o almeno questo è il mio caso, perché a monte di questa perdita di contatto c'è stata una limatura, giorno dopo giorno e non so a quanto tempo e a quanti episodi attribuire questa limatura della coscienza e della integrità degli elementi positivi che mantengono in equilibrio il sistema nervoso…"

Chiudo qua. Ho voluto leggere questo scritto perché io lavoro in carcere, ho piacere che qua siano presenti detenuti, ex detenuti, gente che ho conosciuto in galera, gente con la quale ho costruito, abbiamo costruito, delle cose. Questo convegno, in parte, discende dall'esperienza di San Vittore, con il "Gruppo della Trasgressione". Chiudo la parentesi.


Ho voluto riferire questo breve scritto perché eventualmente chi volesse farlo, nei tempi che crede, possa anche reagire a queste parole, che non sono la verità, ovviamente. Qua non ha parlato un esperto; parla una persona che racconta di sé, che raccoglie dentro di sé queste sensazioni e le comunica a persone che studiano il fenomeno.
Dopo di che, questa cosa la lascio qua, e chi di voi vorrà, la riprenderà quando lo crede opportuno…

e dal momento che friggevo dalla voglia di dare la parola a Francesco Maisto…

Certamente Francesco Maisto parlerà di quello che ha in mente lui, ma se, strada facendo, ci aiutasse a capire alcune cosette, noi gli saremmo grati. Per esempio: se viene emessa la diagnosi di raptus da parte del perito, questo cosa comporta per il giudice, cosa comporta per l'imputato e poi, ad altri che volessero prendere la parola, chiederemo che cosa comporta per il cittadino comune, per l'opinione pubblica… ma queste domande le faccio dopo, per intanto…
Caro Francesco, ti posso dare la parola?