Il male radicale |
Reinhard Brandt | Enciclopedia scienze filosofiche |
Kant ha pubblicato nel 1793 lo scritto La Religione nei limiti della semplice ragione. Due punti mi sembrano importanti. Il primo è l’idea illuminista che ogni religione, rivelata o naturale, debba sottostare ai principi della ragione. Il bene e il male non possono essere ricavati da nessun testo orientale presunto sacro, ma piuttosto i valori risultano dalla ragion pratica e la religione rivelata deve muoversi innanzitutto all’interno dei limiti di questa ragione. Una pace tra gli uomini è possibile, solo quando le loro concezioni della salvezza dell’anima si fondano sulla moralità e non, viceversa, quando il motivo dell’agire è costituito dalle promesse di un qualunque testo religioso. Questo è il primo punto, annunciato già nel titolo di questa opera. Il secondo punto si trova sempre nella prima parte di questa opera voluminosa ed è l’introduzione del concetto di male radicale. Il male radicale è in Kant collegato con l’idea che l’uomo stesso è responsabile del fatto che le inclinazioni determinano la sua decisione. Ne è responsabile per così dire una azione intelligibile, precedente a ogni azione reale dell’uomo e in base alla quale l’uomo ha già sempre deciso di permettere che le inclinazioni abbiano una influenza decisiva sul suo comportamento. Senza questa soluzione nello scritto in esame del 1793 avremmo ancora la concezione di Kant e della filosofia morale prima di lui, secondo cui vi sono inclinazioni naturali che noi combattiamo in quanto esseri morali e se soccombiamo ad esse, allora vuol dire che le inclinazioni erano più forti. Se il nemico è più forte, si perde. E’ possibile attribuire questa sconfitta a colui che la subisce come una sua perversione morale? Questo scritto sulla religione – che a ben vedere è un pamphlet morale – attribuisce all’uomo anche le sconfitte che subiamo nella lotta morale. L’uomo è responsabile del fatto che le inclinazioni hanno la pretesa di potere dire la loro in una situazione critica. L’idea che viene qui esposta per la prima volta ricorrendo ad una azione intellegibile è dunque che il male radicale è fondato sulla decisione umana di assecondare le inclinazioni in determinate situazioni critiche. Questo è quel che insegna la prima e importante parte de La religione nei limiti della semplice ragione. |