Indifferenza

Studente Carate

Gennaio, 2004  

Un tratto molto diffuso all’interno della società è quello dell’indifferenza. E’ dimostrato che, finché qualcosa di più o meno grave non ci tocca da vicino, potrebbe cadere il mondo e noi rimanere impassibili. Questo nostro comportamento potrebbe anche essere un meccanismo di difesa, ma resta un atteggiamento che incrina la convivenza sociale e logora il mantenimento di una coscienza civile.

Non possiamo nasconderci che alla maggior parte delle persone non interessa assolutamente delle migliaia di morti causate dalle guerre in Africa oppure delle condizioni disumane in cui sono costrette a vivere le persone più povere del Terzo mondo. Questo è dovuto al fatto che nella nostra cultura c’è una totale noncuranza verso i problemi che riguardano gli altri. Infatti, solo una minima percentuale delle persone non coinvolte si interessa per cercare di aiutare coloro che stanno peggio, facendo delle donazioni sia in denaro che in cibo o strumenti per la sopravvivenza.

Bisogna ammettere che non è possibile badare a tutti ed essere sempre presenti nell’aiutare gli altri, ma non è nemmeno giusto essere completamente indifferenti a tutto finché non si è coinvolti in prima persona. Ho potuto notare una differenza notevole di comportamento e di interesse nelle persone allo scoppio della recente guerra in Iraq e nella sua successiva evoluzione. Anche questo fatto è la dimostrazione che nel momento in cui siamo toccati direttamente la reazione è diversa e siamo pronti a condannare la guerra e a prepararci nell’eventualità di dover fornire un qualsiasi tipo di aiuto.

In ambito medico, dove c’è necessità di fondi per la ricerca e per trovare rimedi contro le malattie che attualmente non sono curabili, si può osservare il medesimo meccanismo di estraniazione dai problemi che non ci riguardano. Bisogna ammettere che negli ultimi anni però, in questo settore, la gente è più attenta e più attiva nel fornire soldi. Infatti, in tutte le raccolte fondi si raggiungono delle cifre molto alte se confrontate con quelle di un po’ di anni fa. Forse la nostra società ha capito che, non sapendo che cosa potrà accadere nel futuro, se si ha la possibilità è necessario aiutare la ricerca.

Altri ambiti in cui si può osservare una certa indifferenza, sono quello degli anziani e quello dei carcerati. Per ciò che riguarda le persone di una certa età, si tende ad escluderle e a considerarle inutili fino a rinchiuderle in una casa di ricovero. Facendo in questo modo ci si dimentica di tutto quello che hanno fatto in precedenza per noi e per la società. Io sono contrario alla scelta di far passare gli ultimi anni della vita di un anziano all’interno di una casa di riposo, perché una persona, proprio nell’ultimo periodo della sua vita, ha più bisogno dell’affetto e della compagnia dei suoi cari.

Per quanto concerne il carcere invece, la società sembra essere completamente indifferente poiché tutti pensano che non avranno mai nulla a che fare con quel luogo e con i detenuti. Anche io prima di visitare il carcere di San Vittore a Milano, non mi ero mai posto il problema di come potessero essere le condizioni di queste persone che a causa degli errori commessi hanno perso la libertà. Grazie a questa visita ho potuto osservare un aspetto della società che non viene mai preso in considerazione. Inoltre ho potuto comprendere che solo parlando con i detenuti e cercando di dar loro un’istruzione si può cercare di recuperarli e di evitare che commettano gli stessi errori.

Credo che l’indifferenza verso tutto ciò che non ci riguarda deve essere combattuta e che solo in questo modo si può migliorare la società e i problemi che la contraddistinguono.