Il paradosso della maschera | |
Studente Carate | Gennaio, 2004 |
Il significato etimologico della parola Maschera deriva dalla parola latina Persona; con quest’ultima si voleva indicare la maschera che gli attori portavano durante una rappresentazione teatrale e con la quale si attribuiva un ruolo. I termini persona e personalità, vale a dire quelle caratteristiche individuali di ogni essere umano, hanno la loro origine proprio in maschera, quello strumento puramente materiale utilizzato dagli attori.
Ma cos’è una maschera? Le maschere sono solo degli oggetti materiali oppure alcuni dei tanti aspetti interiori di una persona? Per me è difficile dare una definizione precisa e giusta, visto che si tratta di un argomento che suscita differenti opinioni e punti di vista.
Ritengo che esistano diversi tipi di maschere, ma in ogni modo sono tutte un mezzo di comunicazione, come uno strumento che ci mette in contatto con gli altri e ci permette di interagire col mondo che ci circonda. Ciò che distingue una maschera dall’altra è la sua funzione: nascondere, proteggere, ingannare, divertire ed interpretare un ruolo che può corrispondere o meno a ciò che siamo realmente.
Credo che ognuno di noi indossi maschere diverse durante l’arco della giornata, ma più che maschere le vorrei definire ruoli. Io stessa durante la giornata sono consapevole di interpretare ruoli diversi, di studentessa, di amica, di figlia; ma questi fanno tutti parte di me, sono tutti aspetti della mia personalità e rappresentano ciò che sono realmente e ciò che faccio nella mia vita. Non sono una finzione, sono i ruoli che mi caratterizzano.
La maschera come mezzo di comunicazione è uno strumento che può essere utilizzato per diversi scopi e questo dipende da noi, perché siamo noi a decidere la funzione che deve avere. Ci sono così maschere buone e negative; sono negative quelle maschere che portano ad assumere degli atteggiamenti lontani da quello che siamo in realtà, sono destinate alla sola apparenza e determinate dall’ipocrisia. Si tratta quindi di finzione, un qualcosa di costruito che alla fine sarà scoperto.
Molti autori hanno trattato di questo tema, uno dei più importanti è stato Luigi Pirandello che con il suo romanzo “Uno, nessuno, centomila.” evidenzia il contrasto tra apparenza e realtà. Egli narra in modo efficace come ciascuno di noi può sentirsi di essere uno, ma, di fatto, manifestandosi agli altri in centomila persone diverse, non si riconosce più e per sé diventa nessuno.
Ciascuno di noi è in continuo cambiamento durante il corso della vita e così anche le maschere che utilizziamo; queste se usate correttamente, possono diventare un ottimo mezzo di comunicazione con gli altri, permettendoci di fare emergere la nostra parte migliore.