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Incrementare il numero dei percorsi pensabili

Livia Nascimben

Mi piace molto venire a conoscenza di come ognuno rielabora gli incontri e legga con i propri occhi le esperienze: ti arricchisci maggiormente di un'esperienza quando ognuno restituisce agli altri qualcosa, un qualcosa che forse a te mancava o che tu non avevi colto perché lo osservavi da un'angolatura diversa da quella degli altri, e quel qualcosa necessariamente per te rimaneva in ombra.

La ricchezza che ognuno porta alla luce negli scambi mi aiuta a riscoprire delle parti di me che non avevo ancora visto e di fare esperienza di esse; per ognuno aumenta la gamma delle cose pensabili e di conseguenza quella delle scelte e dei comportamenti che si possono mettere in atto, aumenta lo spazio entro cui muoversi e diminuisce la distanza che ci separa dalla libera espressione delle nostre potenzialità.

Per quanto mi riguarda, appropriarmi del maggior numero possibile di sfaccettature che compongono la realtà significa poter aspirare a raggiungere il massimo livello di libertà, intendendo con libertà la possibilità di avere davanti uno spazio entro cui poter scegliere fra diversi tipi di comportamento ed espressione e sentire che ogni mia mossa mi rappresenta e sia accettabile per me stessa, per le mie figure interne e per gli altri perché arricchisce lo scambio e la costruzione della realtà personale e sociale.

Ivano sabato ha detto che collaborare ai progetti del gruppo gli permette di conoscersi per ciò che è e per quello che ha fatto in passato e che lo ha condotto in carcere e di arricchirsi anche delle esperienze degli altri.

Dino esprime una delle sue aspettative verso i cittadini, e in quel momento verso gli scout presenti all'incontro, come il desiderio che si ritrovino nel carcere parti della società: "il carcere è nella società anche se è isolato, il carcere è la società"; e dice che il confronto con l'esterno per lui è molto importante in quanto gli permette di avere la misura delle sue opinioni, di avere un riscontro, un confronto maggiore di quanto non gli consenta il parlare di processi, di ingiustizie e di libertà negata e sognata con i compagni di cella in un clima di lamentela e sofferenza.

Io vivo lo scambio all'interno del Gruppo, prima e dopo ogni iniziativa, con i detenuti o con i cittadini liberi, come un'opportunità per riuscire ad imparare a riconoscere e riappropriarmi delle parti di me stessa che tengo isolate ma con cui mi riesce più facile dialogare se le riconosco prima nell'altro, se con l'altro ho la possibilità di giocare e di vedere come sia possibile intrecciare pezzi di pensieri, fantasie, emozioni, esperienze costruttive e distruttive e constatare come dall'intreccio nasca una costruzione solida e bella da osservare, non perfetta.

Mi ha colpito il riferimento alla metafora del "bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto" di cui parla Antonella nel suo scritto: in base a come osservi la realtà del tuo mondo interiore e la realtà sociale e a come ti poni di fronte ad essa puoi costruirti o meno un'immagine di te stesso articolata e dinamica e dare vita ad un rapporto fecondo con gli altri.

Durante il "gioco del due" si è parlato di diritti di detenuti ed ex detenuti e in particolare di come a volte questi diritti non vengano adeguatamente rispettati dentro e fuori le mura; partendo da questo dato di realtà, Aparo ha evidenziato l'esistenza di due polarità a cui le persone aderiscono e come il modo di porsi conduca ad un diverso livello di responsabilizzazione e ad una diversa possibilità di costruzione e trasformazione della realtà:

Spesso tuttavia risulta difficile sentire di avere dei diritti se nella vita hai avuto poche esperienze di diritti salvaguardati: prima di poter sentire di avere dei diritti bisogna averne fatto esperienza, e questo vale per il detenuto tanto quanto per il cittadino comune.

Il carcere da parte sua, per come è concepito e nonostante abbia come obiettivo principale la risocializzazione del condannato, tende a deresponsabilizzare l'individuo e a rafforzare in lui l'idea di essere ingiustamente punito e deprivato. Alimentare questo circolo vizioso riduce ulteriormente la possibilità di avanzare lungo un percorso di crescita.

Partendo da questi dati concreti, gli incontri del gruppo con realtà esterne al carcere tentano di promuovere un atteggiamento curioso e interrogativo nelle persone che vi partecipano; gli scambi vivaci che nascono durante le diverse iniziative e che prendono vita sul sito nei giorni successivi, come Gianni ha osservato ad un incontro interno del gruppo, non conducono alla redenzione, ma permettono di far crescere la gamma delle scelte possibili e sentire che nella quotidianità abbiamo un più ampio repertorio di comportamenti possibili fra cui scegliere e ruoli da interpretare.

Io ho partecipato solamente alla giornata di sabato del WorkShop e "nello zaino mi sono portata a casa" emozioni contrastanti, immagini di volti e il desiderio di continuare lungo la strada che stiamo costruendo ..e un po' di amarezza per non aver contribuito al dialogo; a distanza di qualche giorno sto ritrovando nello zaino le tessere degli scout da poter prendere in mano e con cui giocare.

Alla prossima, Livia.