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Le mie aspettative nei confronti degli scout partecipanti al WS prevedono essenzialmente un loro confronto col nostro modo di vedere
il carcere come luogo dove il malessere e la restrizione
possono diventare, attraverso la partecipazione attiva della società esterna,
origine di riflessione e stimolo alla crescita individuale e collettiva.
Dai detenuti mi aspetto che vogliano proporsi come agenti di utilità e salute sociale, mettendo a frutto l'esperienza di avere trasgredito la legge e quella del lavoro col gruppo, da cui ci si attende possa derivare una capacità maggiore di trasformare le spinte distruttive in azioni costruttive ed evolutive.
Inoltre mi aspetto che si assumano il ruolo di traino, mediazione e diffusione delle attività culturali e creative, alle quali partecipano, nei confronti dell'intera popolazione carceraria.
[ ] mi ritrovo ad affermare che credo in un tipo d'educazione attraverso la letteratura, un tipo d'educazione che può dare i suoi effetti se è difficile e indiretta, se implica l'arduo raggiungimento d'un rigore letterario. Qualsiasi risultato raggiunto dalla letteratura, se rigoroso, può essere visto come un punto fermo per ogni attività pratica, per chi miri alla costruzione d'un ordine mentale così solido e complesso |
Italo Calvino, "Usi politici giusti e sbagliati della letteratura" (1976) in "Una pietra sopra"