Il bersaglio è di chi prende la mira |
Angelo Aparo | 10-02-2004 |
Prof, ha notato che CARCERE è l'anagramma di CERCARE?
Sabato scorso al Rotary, molte persone, ricche e affermate, hanno chiesto di assistere agli incontri del gruppo o di farne parte e, fra queste, anche la moglie di Borasio.
Bisogna ammettere che se Borasio non ci fosse stato, sabato non avremmo fatto il convegno e non sarebbero successe le cose che sono successe. Però, secondo me, c'è bisogno anche di gente giovane.
Gli interventi di Borasio al gruppo arricchiscono, ma spesso suonano come venissero dall'alto e forse limitano il piacere della scoperta. A volte mi sembra che ci dica cose che sarebbero state più importanti se le avessimo scoperte noi, detenuti e studenti.
Ben vengano tutti i personaggi più o meno famosi e potenti però, personalmente, mi sento un po' a disagio, mi sento meno spontaneo con chi sento esterno, lontano e in qualche modo giudicante.
Al gruppo della trasgressione
La determinazione a costruire deve tener conto di tante cose: quasi nulla accade per caso, e se qualcosa accade per caso, diventa storia solo se c'è l'intenzione che questo avvenga.
Borasio sabato era entusiasta, manifestava la gioia di chi si sente proprietario di un grande risultato; Borasio ringiovanisce e se la gode, se gli altri membri del gruppo non si limitano a subirne la cultura o la forza. Gli adulti non hanno bisogno di timori reverenziali, ma di alleanze nel gioco e di autenticità nello scambio.
Sabato Borasio non è stato indietro, e non sono stati indietro Pippo, Diego, Dino, Ivano; altri sono rimasti o si sono sentiti indietro. Oggi non è tempo per stare indietro.
Fra l'arroganza di chi sgomita per farsi vedere senza avere meriti e l'insicurezza di chi sta indietro fingendosi nullatenente, c'è di mezzo la possibilità di essere orgogliosi di ciò cui ciascuno di noi ha contribuito.
Dopo il convegno sul raptus, i convegni "Luci e ombre" in carcere, il convegno sulla sfida in casa Prada e il lavoro con la scuola di Carate, sabato, grazie al Rotary club e al dott. Giampietro Borasio, il gruppo della trasgressione ha varcato altri confini: vogliamo che questo rimanga un evento casuale o che diventi una piattaforma per andare avanti?
C'è bisogno sia di Borasio che della gente giovane, c'è bisogno che chi ha portato il gruppo fino a questo punto prenda consapevolezza dei risultati raggiunti e concorra a individuare e perseguire i bersagli futuri.
Se Borasio mai diventasse proprietario del gruppo della trasgressione più di uno studente o di un detenuto, ciò non dipenderebbe dal fatto che Borasio ti ha tolto qualcosa, ma dalla tua sensazione di non essere proprietario di quello che hai costruito finora.
Quando scrivi che c'è bisogno di gente giovane, stai parlando di te, del fatto che sabato c'era bisogno di te e del dispiacere per il fatto che non hai saputo esserci quanto avresti voluto.