Comunicazioni al Gruppo |
Studenti del Carlo Porta | Marzo-2006 |
Sono uno studente della professoressa Marasco (1G), sono stato molto contento di avervi conosciuto e sono ancora più contento che voi siete riusciti a venire e a rispondere alla nostre domande e curiosità.
Io ero molto spaventato di incontrarvi, ma conoscendovi ho imparato molto, grazie.
Se volete informazioni sui temi da voi affrontati ho dei libri che parlano di questi, se li volete potete chiedere alla professoressa.
Francesco
Ciao a tutti,
io sono Desirè, un’alunna della Professoressa Marasco, volevo ringraziare tutti per l’incontro che c’è stato, non avevo mai visto noi ragazzi così attenti a qualcuno.
Almeno per me è stata una bellissima esperienza, tutti gli scritti erano molto belli, ma quello che mi ha colpito di più è stato quello di Enzo, mi ha commosso… anche se lui dice di non essere così colto. Secondo me le parole che lui ha scritto avevano significati molto profondi, anche se non posso capire, ho provato ad immaginare com’è stare senza famiglia e come possono sentirsi i figli senza padre, molto brutto, ma penso che forse se si vuole ricordare una persona essa rimane limpida nella nostra mente.
Caro Ivano
Come stai? Spero bene…, mi presento, mi chiamo Alberto Buzzi, e sono un alunno Del C. Porta. La Prof. Marasco durante una sua lezione ci ha letto la tua lettera la quale mi ha colpito, così ho deciso di rispondere. Inizio a capire che forse tutti hanno ragione a dirci di studiare sempre per costruirci un futuro.
Una cosa che avrai, ed ho capito anche io, è che non importa quali cose hai ma importa quello che hai dentro.
Penso che tu appena uscirai (spero al più presto) saprai essere un padre magnifico e che potrai aiutare tuo figlio Mike a non commettere gli errori che hai commesso tu.
Una cosa che penso e ti voglio dire è che non c’è niente di più importante della famiglia e che ci sono sempre nel momento del bisogno.
Ora ti saluto, buona fortuna per tutto.
L’esperienza con i carcerati
Grazie al nostro istituto abbiamo avuto la possibilità di effettuare un incontro con i carcerati di San Vittore.
L’incontro, oltre ad essere stato avvincente ed interessante per il mistero che aleggia intorno alla situazione carceraria ha suscitato in noi diverse domande, emozioni e sensazioni diverse.
La naturale diffidenza che si crea spesso in noi, ha lasciato il posto ad una quasi “pietà” o un’amarezza nei confronti di quanti si vedono rinchiusi e privati di ogni affetto.
Molti si chiedono come potessero fare, come si potesse continuare a vivere nonostante le condizioni del carcere ma, contrariamente alle aspettative, loro erano i primi a dire che se lo meritavano per il male procurato a se stessi, agli altri e anche ai propri famigliari.
Matteo, Sara, Michele, Silvia, Valentina, Natasha, Davide, Rossella, Andrea, Miriam, Nico, Giorgia.
La sottoscritta Monti Antonella, docente dell’ I.P.S.A.R, Carlo Porta, di Milano.
Desidera ringraziare i membri del gruppo della “Trasgressione” per la bella iniziativa di mercoledì 29 marzo 2006, che ha coinvolto molto gli studenti stimolandoli alla riflessione su valori profondi come la solidarietà.
Sperando che in futuro possano ripetersi simili iniziative, invio cordiali saluti.
Milano 20 aprile 2006