Luca Sensales | | 04/03/2003 |
Ringrazio Antonella Cuppari per avermi dedicato il sunto dell'intervista al dott. Carotenuto sul "pensiero di Jung".
Ciò che dice è giusto, ma si può raccontare appunto solo ad un analista, perché in
alcuni casi lasciare libero accesso alla propria zona d'ombra potrebbe causare un isolamento dagli altri.
Se dicessi che sono devoto al Diavolo e che la mia anima gli appartiene, e aggiungessi che per me la vita altrui e la mia per prima non hanno valore, direi delle cose contrarie alle idee della società in cui vivo; gli altri membri che ne fanno parte farebbero di tutto per "distruggermi".
Se io fossi cosciente di questa "mia zona d'ombra" e, di conseguenza, fossi consapevole che tale mia malvagità potrebbe prendere il sopravvento, farei di tutto per reprimerla e non per farla venire fuori.
Perché accettare la propria malvagità non è facile, soprattutto se fa del male a quelle persone che credono ed hanno fiducia in te.
Anche se devo ammettere che, per quanto io possa fare per reprimerla o estinguerla, non è che serva a molto perché l'ombra ci segue sempre e qualcuno ha detto che la propria ombra è il riflesso della propria anima.