Luca Sensales | | 02/02/2003 |
Il giorno dì Carnevale ormai è vicino, ed io penso ad una maschera da indossare per questa festa che ormai è alle porte.
Ripenso a tutte le maschere che ho indossato gli altri anni, ma purtroppo non posso andare in un negozio a sceglierne una, quindi vado davanti allo specchio e provo a immaginare a chi vorrei assomigliare per questa occasione, mi vengono in mente tanti personaggi tipo il mio cantante preferito "Merilyn Manson" oppure un personaggio dei fumetti e, perché no, anche l'uomo Ragno o il Principe Azzurro.
Ma ogni volta che credo dì avere deciso, mi guardo allo specchio e non riesco a vedere altro che la mia immagine riflessa.
Allora penso a come ero prima dì cercare una maschera, ed osservandomi cerco dì capire come sia il mio viso, ciò che rappresenta per gli altri.
Penso dì essere la mia fidanzata e vedo un volto dolce e premuroso che sprizza bontà e altruismo da tutti ì pori.
Penso dì essere una delle mie vittime e vedo come ero quando per ottenere ciò che volevo a qualunque costo: diventavo cattivo e menefreghista; mi sì leggeva il disprezzo per le leggi che, secondo me, non mi permettevano dì ottenere ciò che desideravo.
Mi sono immedesimato anche in quei giudici che mi hanno inflitto la condanna a giusta ragione, vedo come ero spavaldo e presuntuoso mentre me la infliggevano dì come credevo dì essere libero.
Tutte queste considerazioni le faccio mentre sono davanti allo specchio e chiedendomi chi realmente io sia.
Quindi chiudo gli occhi e provo a pensare come potrei essere senza maschera, ma per quanto mi sforzi non so darmi una risposta; è come se percepissi qualcosa ma senza toccarne la consistenza; è un intrecciarsi dì stati d'animo confusi e non collegabili uno all'altro; in sostanza è come avere ì tasselli dì un puzzle ma senza il disegno dì riferimento; quindi non mi è possibile metterli in un ordine corretto.
Non riuscendo a vedermi senza maschera, cerco dì vedermi con la maschera e comincio a ridere sempre più rumorosamente. Un amico sentendomi ridere così energicamente, me ne chiede il perché, e mi domanda se il mio ridere sia dovuto al fatto di aver trovato una maschera per questa festa che capita una volta l'anno.
Io continuando a ridere gli rispondo, perché non la vedi ?
Lui ribatte, perché tu dove l'hai vista?
Proseguendo con la mia risata gli rispondo: "E' tutta la vita che la porto, poi, visto che a carnevale ogni scherzo vale, è meglio cercare di essere se stessi"
E con un sarcasmo quasi macabro aggiungo: "anche perché per me carnevale è tutto l'anno e non un giorno l'anno".