Maschere e libertà

 

Luca Sensales

 

29/01/2003

 

Con riferimento alla discussione fatta sul mio scritto precedente "Le maschere" ed avendo sentito tutte le campane, ho tratto la seguente deduzione personale:
le opinioni che sono state espresse erano sia concordanti che discordanti però almeno per me non hanno fatto altro che rafforzare il mio concetto iniziale cioè che la Maschera siamo noi.

Per dare maggior peso alla mia tesi vi propongo un esempio:
Un padre di famiglia perde il lavoro e non sapendo come fare a vivere commette dei reati; per questi finisce in prigione e conosce delinquenti ben peggiori, quando esce torna a delinquere e con il tempo acquista prestigio nell'ambito della malavita.
Torna in carcere e si pente.
Per alcuni è tornato ad essere un bravo padre di famiglia, per altri è un pentito e per altri ancora è un infame.
Questo ipotetico uomo fisicamente è sempre lui ma interiormente ha cambiato più volte "aspetto" .

Secondo me questo accade tutti i giorni, ovviamente con forme diverse e storie diverse, prendendo spunto da ciò che ha detto il Sig. re Ghelardini Francesco concordo con lui che in buona parte dei casi le Maschere sono in positivo più che in negativo (ma per approfondire questo argomento preferisco aspettare di leggere ciò che avrà scritto).

Allargando ancora maggiormente la complessità dell'argomento, per me "togliersi la maschera" richiama l'idea di libertà.

Ma poiché, secondo il mio punto di vista, non è possibile togliersi la maschera non è di conseguenza possibile essere liberi.
Secondo il mio modesto punto di vista - che fra l'altro può sembrare assurdo- per me la libertà è semplicemente un'illusione, che sembra vicina ma non lo è poiché si è soli, ma si vive in un contesto ben definito e delineato da regole più o meno giuste.
Perciò l'idea di potersi togliere la maschera o di essere liberi, a mio parere, è una pura e semplice illusione.

Riferendomi alla parte finale del mio scritto "Le maschere", almeno per quanto mi riguarda, sarò Libero e senza Maschera volontaria o non volontaria, solo dopo la morte.