Il sogno di una donna |
Nicola della Valle | 16-03-2009 |
Sei nata in un paese molto lontano. Eri piccola; avevi il corpo stretto e la testa grande; non sei stata voluta né accettata. Quando ti hanno visto, penso che già stavi soffrendo; il tuo paese è duro, si fa fatica ad andare avanti con un piatto di riso e fagioli. Una famiglia voleva un bel bambino per sé; ha viaggiato, fino a Manhouse, in Brasile, per portare via da quell’istituto il bambino che desiderava tanto. La famiglia è tornata a Milano, il bambino ora va all’asilo, poi alle elementari. Il suo corpo però comincia a stargli stretto e cominciano i problemi. Alle scuole medie quel bambino si accorge che non viene attratto dalle ragazzine e i suoi genitori lo portano a Padova, a Perugia e i problemi diventano sempre più grandi. I tuoi genitori ti chiamano ancora Alex e tu fai fatica a capire che per loro sei un ragazzo. Scappi, cerchi il tuo spazio, le persone che ti possano capire, chi si sente come te, buono e cattivo, per diventare te stessa. Hai un nome nuovo, adesso ti chiami Sasha e cominci a cercare nei locali gay, poi un po’ dovunque. Scappi sempre, cercando la tua libertà, ma sei così giovane, hai solo 19 anni; cerchi un uomo che ti faccia sentire quello che tu senti di te, che sei una donna, desideri come una donna, cerchi di vivere come una donna. Il seno, gli ormoni, il chirurgo. Non sei una prostituta, stai cercando te stessa per la strada, stai cercando di specchiarti negli occhi di un uomo che ti apprezzi per quello stai diventando. Io ti ho visto quella sera, era il mio compleanno, ti ho vista e ci siamo visti di nascosto da tutti. Il monolocale in via Savona, io che facevo fatica ad accettare quello che sentivo per te. Poi abbiamo fatto un salto nel vuoto, in un trilocale in cui abbiamo trovato un po’ di sicurezza; la tranquillità dell’accettarci per quello che siamo. Io ti ho apprezzato per quello che sei, qualunque cosa tu sia, ti ho amato e tu mi hai amato con tutta te stessa, mentre cucinavi per me, lavavi i miei vestiti, mi guardavi come nessuno mi aveva mai guardato. La vacanza, i litigi… questa è la nostra storia. Ma l’amore che ho per te è troppo grande, vorrei potertelo consegnare tutto in una volta e travolgerti. Mentre io sono qui tu sei un po’ più libera di me; chissà come andrà a finire la nostra storia. Ma io non posso dimenticare la bellezza del tuo viso, mi devi promettere che cercherai di rimanere quella che sei diventata con tutte le tue forze. Io qui faccio di tutto per tenere viva la mia mente e il mio corpo fresco, per quanto e come posso. Ti penso sempre. So che hai delle ragioni per non volermi più al tuo fianco ma io ti chiedo: come puoi lasciare l’uomo che hai amato fino alle lacrime? Io non ho permesso alla carcerazione di chiudere i miei sogni. Quando il tuo cuore te lo permette, ti prego, vieni e guardami come mi hai guardato sempre.
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