Buon giorno!
Vorrei cogliere l'ultimo suo invito di far domande e/o riflessioni, ma ci tengo a precisare una cosa: mi spiace frustrare le sue aspettative, ma si scordi che io le fornisca gratis gli appunti ordinati delle sue lezioni!!!!!!! Sarebbe troppo facile e poi non vorrei che il suo cervello andasse in disuso, meglio tenerlo allenato cercando di ricostruire, fra le tante parole che ci dice, i concetti principali senza contare che, a meno che non fossero solo cartacce quelle che aveva davanti, lei dei bei riassuntini è capace di farseli da solo!!!!!!!
UNA DOMANDA
A lezione diceva, se non ho capito male, che di fronte a un reato bisogna lasciare lo spazio al cittadino di arrabbiarsi affinché poi possa interrogarsi su ciò che è successo, altrimenti si rischia che la gente sentendosi deprivata di un proprio diritto non abbia più lo spazio per poter riflettere.
Io non ho capito cosa significhi, in pratica,"lasciare lo spazio per arrabbiarsi". Chi lo deve o chi lo può fare? Senza pensare troppo in generale e restringendo il campo dei cittadini alla famiglia o agli amici, come poter far nascere il dubbio che le cose non sono sempre necessariamente come sembrano, ma può esserci spazio anche per altro?
Come mai ci sono persone che scelgono strategie difensive che portano a conseguenze apparentemente più pesanti che non comportandosi in altri modi meno illeciti che pur hanno la funzione di alleviare il senso di frustrazione, di impotenza e di vuoto? In fondo per reagire alla sensazione soffocante di mancanza di spazio ci si può comportare in mille modi diversi e secondo mille modalità diverse: rubando, drogandosi, bevendo, compiendo atti vandalici, fumando, dicendo bugie, non mangiando più nulla o mangiando fino a non riuscire a stare più dritti con la schiena e poi vomitando, ingannando e sfruttando gli altri, uccidendo, compiendo atti osceni in luogo pubblico, deprimendosi e imbottendosi di antidepressivi, suicidandosi, agendo il sadomaso, ricoprendosi il corpo di tatuaggi e di piercing, bruciando un bosco, lanciandosi a folle velocità lungo un'autostrada e quant'altro ancora? Tutti questi modi portano a conseguenze più o meno gravi per sé e per gli altri e hanno prezzi più o meno alti da pagare, perché ogni persona sceglie proprio un particolare modo per farsi del male, per amarsi o per cercare di sopravvivere e non un altro? In base a quale principio ognuno è portato a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro? Come si intrecciano l'ambiente e la persona, il passato e il presente...e il futuro? Quanto peso ha ogni componente?
UNA DOMANDA RIFLESSIONE pensando ai disturbi alimentari. Si può considerare reato rubare la propria autonomia appropriandosi furtivamente di una quantità spropositata di cibo, ingoiandolo e poi buttandolo in fondo a un water? In fondo il cibo è una "roba" legalizzata, ma in un certo senso è come se in un'abbuffata lo si rubasse e con esso anche lo spazio di autonomia di cui ci si sente deprivati. Ma non si finisce in galera per questo, forse solo se si è sorpresi a rubare all'interno di un supermercato e non certo a casa propria ma il carcere lo si visita ugualmente, si finisce comunque in cella, dietro le sbarre, prigionieri di se stessi. Rubare soldi per comprarsi la droga è reato. Comprare cibo per "mangiarlo" è lecito, anzi viene anche pubblicizzato in ogni modo, con ogni mezzo e in ogni dove. Ma allora qualcosa non mi torna. Se rubi, se spacci droga, se ti droghi finisci dentro. Se compri il cibo, se lo vendi, se lo consumi nessuno ti dice niente e puoi continuare a rubare di nascosto senza nasconderti facendo credere al mondo, che è o finge di essere ingenuo, di comportarti in modo "normale" e di essere una persona che non chiede un proprio spazio sufficiente per vivere. Eppure i meccanismi sembrano assomigliarsi..
Con questo chiudo.
Anzi no; non so se si è capito, ma ho deciso di seguire il suo corso.
Prenda appunti: si sceglie fra ciò che si vede, si vede ciò che il proprio spazio ci consente di vedere e non è possibile scegliere ciò di cui si ignora l'esistenza.
Bene, ora vado
o non mi rimane più tempo per studiare!
Buona giornata,
L.