2-12-01

 

Leggendo i documenti del Gruppo della Trasgressione, mi soffermo sul suo scritto intitolato "Il Jolly e il cavallo bianco".
Noto che si parla di insicurezza, del senso di inadeguatezza a misurarsi con il ruolo di "forte", "nobile",con il ruolo di super eroe, forte e nobile per antonomasia.

Mi chiedo: ma quella che lei definisce la "piccola parte di te" che ti osserva e ti ricorda quanto in
realtà tu sia diverso da Tarzan o D'Artagnan, esiste nella testa di una donna?
L'aspettativa di essere invincibile, il desiderio di essere forte, coraggioso, valoroso per incrementare (o forse salvare) l'immagine di sè, non è una caratteristica maschile?

Le dinamiche del disagio che sottende il gesto deviante nelle donne potrebbero quindi essere altre; in questo
caso avremo modo di parlarne a lezione?