Dopo l'incontro col gruppo Trsg |
Laura Morelli |
Liceo linguistico Oderzo | 27-03-2008 |
Sin dall’inizio della nostra riunione il clima nell’ aula era ben diverso da quello che si respira di solito a scuola: non c’era una cattedra o un registro dei voti, ma eravamo tutti seduti in cerchio. Quando il dottor Aparo ha affermato “L’uomo non é perfetto, é fatto per sbagliare” mi ha fatto molto riflettere: solitamente gli adulti dall’aspetto austero e la parlata dotta come lui mi mettono in soggezione, ma quelle sue parole erano rivolte a tutti e ci mettevano alla pari. Infatti si dice ”errare é umano” e io credo che confessare la propria colpa ad un prete non possa essere davvero d’aiuto, se non da un punto di vista puramente egoistico e superficiale, se non é accompagnato da un vero pentimento e dalla consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni. Per lo stesso motivo una reclusione, per servire all’individuo stesso e alla società intera, dovrebbe essere l’occasione per dare il tempo e l’aiuto necessario ad una persona per riflettere, invece sembra che per la maggior parte dei carcerati il periodo passato dietro le sbarre non sia di nessun effetto e che appena usciti dalle loro celle tornino a fare la vita di sempre. Una parte dell’incontro é stata molto introspettiva e ci é servita a maturare, a renderci conto che non siamo solo la parte positiva, ma anche altro. Certo tendiamo a reprimere molti sentimenti negativi che invece riconosciamo e critichiamo facilmente negli altri. Molte persone dedicano tutta la loro vita a cercare di riconoscere e gestire questi “fiumi sotterranei della mente” che, seppur involontariamente, influiscono sulle nostre scelte quotidiane; altre persone continuano tranquillamente ad ignorare una parte di sé, essendo estranei a loro stessi. Questa analisi della propria coscienza é davvero faticosa, perché la persona con cui é più difficile essere sinceri siamo noi stessi. Capita spesso di sentirsi criticati ingiustamente da qualcuno e di finire per accorgersi che in realtà ciò che ci sembrava giusto o giustificabile non lo é affatto e che quella persona ha visto in noi qualcosa che ci é difficile guardare, di cui ci vergogniamo e abbiamo paura. Con l’aiuto del Gruppo della Trasgressione ognuno di noi é riuscito ad osservarsi interiormente, anche se, per quanto mi riguarda, c’é ancora molto da esplorare. Dopo questo intenso allenamento eravamo pronti a rapportarci con Vito senza essere accecati dai pregiudizi, accogliendo le sue parole sincere e profonde che hanno chiuso l’incontro. Durante questo momento tutti i riflettori erano puntati su di lui e io mi chiedevo come si sentisse, ora che poteva parlare di sé, conscio dei suoi fiumi sotterranei.
|