| Ascoltarsi dentro |
Patrizia Canavesi | 24-03-20\3 |
Un incontro nel carcere di Bollate con
i detenuti del Gruppo della Trasgressione
E’ stato un momento forte per gli studenti di due delle nostre classi 5°. Cosima Buccoliero, vice direttrice del Carcere, ci ha guidati nella visita alla struttura e mostrato gli spazi di lavoro per i detenuti: call center, falegnameria, teatro, serra di giardinaggio… tante attività con un unico obiettivo: il recupero dalla devianza.
Poi, l’incontro tanto atteso con i detenuti: una ventina di persone guidate dallo psicologo dott. Aparo che si ritrovano ogni settimana a “far lavorare” il cervello. E’ apparso subito chiaro che in carcere c’è qualcuno che sta facendo i conti con i propri errori e i propri fallimenti e che prova a comprenderne le motivazioni profonde. Fra queste, alcune sono emerse più spesso di altre, alcune che forse non riguardano solo chi passa parte della propria vita in carcere:
A qualcuno non è mancata la guida giusta e una famiglia capaci di trasmettere buoni ideali, ma è mancata la capacità di scegliere di “fare la cosa giusta”. A questo proposito, uno dei nostri studenti ha posto una domanda: perché, pur sapendo cosa sarebbe giusto fare, scelgo di fare il contrario? Perché non studio, faccio “casino” in classe, tratto male insegnanti e genitori e, anche se non arrivo a commettere reati, sono insofferente a tutte le regole?
Una cosa ci ha molto impressionato: la capacità dei detenuti di dialogare, di “togliersi le maschere” e dare voce ai pensieri e alle proprie emozioni profonde.
Ma forse la cosa che più ci ha colpito è che in tutte le persone è possibile scoprire risorse inespresse, nascoste, che a volte aspettano solo l’occasione di essere valorizzate e che la ricerca attiva della “occasione giusta” è la grande avventura nella quale guide e allievi giocano entrambi un ruolo fondamentale, un’avventura il cui successo dipende in ugual misura dal cuore e dalla volontà degli uni e degli altri.