Il giardino di Epicuro

Hans-Georg Gadamer

  da Il cammino della filosofia

Già il nome stesso della scuola in cui Epicuro riuniva i suoi amici ed esponeva le proprie dottrine, è sintomatico: si chiamava "il Giardino". Sicuramente ciò deriva dal fatto che queste riunioni avevano luogo in una dimora con un bel giardino, appunto. Che il nome dell'intera scuola fosse infine proprio questo, è un fatto assai eloquente; e ci fa venire in mente anche la celebre frase con cui Voltaire rispondeva a chi gli domandava che cosa pensasse del futuro, o di cose simili: "Lasciate che io vada a occuparmi del mio giardino!" (queste erano più o meno le sue parole).


Il giardino rappresenta già nella prima antichità qualcosa come… la sfera protetta della vita privata. Ma questo "giardino"… ha anche la peculiarità di dare il nome a una scuola, perché il suo fondatore, Epicuro, vi insegnava e rappresentava filosoficamente il mondo e la condotta di vita degli epicurei. Per capire il significato di ciò, dobbiamo per un momento liberarci da una certa immagine che ormai fa parte del nostro linguaggio, secondo la quale è epicureo un uomo dedito al piacere. Non è del tutto falso; va detto, però, che egli non è dedito al piacere perché ama il buon cibo, ama bere, desidera le belle donne o altro ancora,… bensì in quanto coltiva nei confronti di queste cose… anche una certa cura spirituale e interiore, insomma una cultura dell'anima… in senso proprio.