Prof. Fausto Malcovati

Insegna Letteratura russa all'Università Statale di Milano. Si è occupato di simbolismo russo, in particolare di Vjaceslav Ivanov e di Valerij Brjusov, di narrativa della seconda metà dell'Ottocento, con monografie e saggi dedicati a Gogol', Dostoevskij, Tolstoj, di teatro dell'inizio del Novecento, lavorando soprattutto sugli scritti teorici di tre dei principali maestri della regia, Stanislavskij, Mejerchol'd, Vachtangov.

Attivo saggista e viaggiatore, tra le mille cose, ha già partecipato a diversi convegni interdisciplinari e, fra questi, qualcuno proprio sul male.

Una lista parziale dei testi pubblicati

Con il gruppo ha già condotto due seminari, uno su Delitto e Castigo e uno su I fratelli Karamazov.

 

Domande per il prof. Malcovati

In un pomeriggio trascorso con noi, lei ci diceva…

"Il discorso di Dostoevskij sulla giustizia è allarmante: la giustizia è incapace di arrivare al colpevole servendosi degli strumenti giuridici. Il giudice si rende conto che il protagonista è il colpevole ma attraverso strumenti psicologici, non giuridici".

Inoltre… " … secondo Dostoevskij il castigo proficuo per il colpevole non è quello dato dalla giustizia, ma l'assumersi la responsabilità del reato e assumersi la sofferenza che il reato comporta, perché solo così il personaggio può procedere in una dimensione nuova"

Con la legge n. 354, obiettivo della punizione diventa il "trattamento, che costituisce un vero e proprio diritto per il detenuto, come aspetto del più generale diritto alla rieducazione cui corrisponde un obbligo di fare per l’amministrazione penitenziaria".

Il gruppo è rimasto affascinato dal suo seminario su Delitto e castigo e sulla relazione fra il protagonista del romanzo e i suoi due principali interlocutori.

Può dirci quale relazione e che tipo di sollecitazioni diventano più utili affinché il colpevole possa vivere un buon dialogo con se stesso?

Interlocutori privilegiati fra i membri del gruppo: Enzo Martino, Armando Xifaj, Pasquale Forte.

Quale ruolo ha il senso di colpa nella emancipazione di cui parliamo?