| Il “virus delle gioie corte” corrisponde all’abitudine a ricercare principalmente il piacere dell’eccitazione, dunque una “gioia corta”, che si esaurisce con l’ebbrezza del rischio, della conquista, della trasgressione, della scarica adrenalinica, della droga.
lo chiamo “virus” perché questa forma di piacere, così immediato e facilmente riconducibile a uno stimolo preciso, induce gradualmente la persona a disattendere altri percorsi del piacere, in particolare, il piacere che viene dalla mistura fra fantasia e azione.
Il virus delle gioie corte, dunque, mentre dilaga nella mente, lega sempre più la persona al piacere chimico e immediato dell’eccitazione e la depaupera delle esperienze collegate ai progetti; in tal modo, la allontana dall’esercizio delle funzioni e delle competenze che permettono di cucire fantasia e realtà, di sentirsi e di essere riconosciuto dagli altri come cittadino responsabile.
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