Virus e antidoti

Rosario Giugliano

25-05-2011  

Cos’è il virus delle gioie corte?

Per me il virus delle gioie corte è un meccanismo perverso che impedisce di vivere con libertà la propria crescita. Questo tipo di gratificazioni ti dà l’illusione di vivere sempre al massimo, mentre eccitazione ed ebbrezza creano nell’individuo la convinzione di essere speciale. Se tutto questo viene vissuto da un soggetto che cresce in un contesto di devianza, il risultato è devastante, perché in questo caso le “gioie corte”, oltre a far vivere l’illusione di essere qualcuno, alimentano comportamenti di sopraffazione e arroganza che sono deleteri per la convivenza civile, alimentano cioè il potere criminale. Tutto questo priva la persona di godere più compiutamente delle opportunità che la vita offre.

 

L’antidoto al virus?

Intanto c’è bisogno di fermarsi e cercare di sviluppare la capacità di ascoltare (perché chi è affetto dal virus tende a non farlo). Questo permette di allargare gli orizzonti e di alimentare la curiosità. In carcere questo è più complicato, perché se è vero che in un luogo chiuso hai più possibilità di fermarti a riflettere e magari ad ascoltare, è altrettanto vero che il rischio è di ascoltare chi è affetto dal tuo stesso male. Lo si può fare soprattutto se hai la possibilità di confrontarti con chi vive il carcere dall’altro lato della barricata, area trattamentale e operatori.

In questo senso è importante che oltre agli operatori interni ci sia sempre di più la possibilità di potersi confrontare con energie esterne alla struttura, questo ti permette di acquisire maggiori strumenti per crescere e ti dà la possibilità di allenarti sia al confronto che a metterti in discussione.

Con questi strumenti si può sviluppare la capacità di costruire passo dopo passo. A complemento di questo percorso, c’è poi bisogno di essere messi anche nelle condizioni di acquisire una professionalità, in modo che, una volta tornati in società, si abbia quel supporto economico che ti consente di vivere.