Il bacio del principe nero |
Luigi Petrilli | 19-01-2011 |
L’azione di sfidare la legge, ovvero il virus delle gioie corte, come lo stiamo chiamando, non può appartenere a una sola categoria di persone e non gli si può attribuire un’unica paternità. Per alcuni è la ricerca della scarica di adrenalina, per altri nasce da uno stato di necessità o di disperazione. Non mancano nemmeno quelli che lo fanno per hobby o per lavoro e che io considero “malati cronici”. Al di là del ceto sociale, questa malattia, o per meglio dire, questa pazzia, si può manifestare in qualunque individuo.
La chiamo pazzia, perché si va per forza di cose a sbattere contro un muro: il carcere! O, nella peggiore delle ipotesi, la morte. Io dico che è assai difficile trovare una cura a questo tipo di patologia. A mio parere si dovrebbe intervenire con tutte le forze quando la cosa è sul nascere; bisognerebbe far prendere coscienza alle persone che hanno contratto la malattia quando è ancora a uno stadio primario, prima che sia troppo tardi.
Anziché prendere un campione di ammalati del primo virus e curarli nelle cliniche insegnando loro a convivere per necessità con il male e con gli altri ammalati, bisognerebbe far vedere loro l’abisso che rischiano, senza però lasciarli cadere. Nel peggiore dei casi, l’individuo, non recependo il messaggio benevolo, potrebbe volersi tenere la sua malattia, allora si potrebbe intervenire con terapie più specifiche…
Penso comunque che, oltre a un’equipe di medici, psicologi e psichiatri, ci vorrebbe anche un’equipe di ammalati, poiché solo chi ha patito sulla propria pelle il male può svelarne il vero decorso e indirizzare i medici della mente nella giusta direzione.
Il virus è in agguato, aspetta, dorme, non ha fretta, attende solo qualche fattore scatenante: a volte è la debolezza mentale che rende più facile accettare il reato che ripudiarlo, altre volte è uno stato di necessità la causa scatenante, eppure all’origine c’è sempre qualche dramma nato tra le mura domestiche.
Questo virus non ha un habitat sociale specifico, può attecchire ovunque poiché il cervello umano è sconfinato e di esso si conosce ancora poco. Ci sono lati oscuri della mente dell’uomo di cui non si conosce quasi nulla. In definitiva la nostra mente cova di nascosto tutte le perversioni possibili: gli omicidi, le violenze, il suicidio… le manifestazioni dei mali più reconditi sono sopite in attesa che il principe nero con un bacio le risvegli.