Atlantide

 

Walter Madau

12-02-2005  

Ciao Ulisse.

So che tu sei in viaggio da quasi dieci anni ed io non ho ancora finito di sistemare la barca. Questo nostro diverso modo di vivere è per me diventato una questione che non si può rimandare. Una questione certamente da chiarire!

Un po' per non sentirmi più umiliato e un po’ per tenere viva, esplosiva, questa scomoda posizione da fallito e perdente che tu mi imponi con arroganza.

Una questione certamente personale, perché so che tutta questa antipatia nei tuoi confronti, ha origine solo ed esclusivamente dal profondo disgusto che nutro per questa mia vita passata con passività, codardia e timore.

Una vita indegna! Una vita, stanca, misera, malata e quasi finita ancora prima di iniziare. Una vita vissuta nel buio dell’inconsapevolezza e della tossicodipendenza, nelle profondità oscure, nelle fredde tenebre degli abissi e delle scoppiature. Dove solo io e pochi altri siamo purtroppo arrivati. Dove mai nessuno ha sognato di navigare.

Nonostante tutto, mio caro coetaneo, voglio farti sapere perchè sono cosi tanto invidioso e irritato: non ho avuto il tuo stesso coraggio nel vivere questa maledetta vita. Purtroppo non é cosi! Non posso trastullarmi e convincermi del contrario. E oggi più di ieri, non solo sono disgustato e nauseato, ma ferito, deluso, tradito e ingannato.

Qui ad Atlantide un pensiero continuo e morboso è rimasto acquattato dentro una reggia che solo in apparenza offre di più della tua lontana Itaca. Qui si vaneggiano belle donne e tavole imbandite e tutto quello che un uomo può vivere alla grande, ma in realtà si aspira al nulla, al riposo di chi vive senza sognare una vita.

Anni di psicofarmaci e carezze mi hanno tenuto piacevolmente adagiato sul fondo. Piacevolmente distrutto e finito. Felicemente lontano da quello che era indispensabile sentire, toccare e assaporare, in una infame situazione da fallito e perdente.

Adesso questo mio poco coraggio ha toccato veramente il fondo e…. allora sono pronto a issare le vele di questa mia debole imbarcazione e, se necessario, sfidarti. Sono pronto e anche abbastanza forte. Forte, soprattutto perché rinuncio a questa aspirazione covata nell’abbaglio di voler vivere in tutto e per tutto ogni cosa.