La fontana zampillante |
Curzio Bergantino | 22-01-2007 |
Da minorenne ad oggi sono stato arrestato una decina di volte. In quasi tutti i casi, me la prendevo con filosofia, ero consapevole di essere stato cattivo nel compiere il mio reato… davo per scontato che il giudice che avrebbe dovuto condannarmi, essendo uno dei tanti esseri umani, troppo umani, avrebbe certamente usato lo stesso metro di violenza, se non addirittura maggiore, di quello che avevo usato io. Tutto ciò avvalorava le mie verità bendate dall'oscurità.
Un giorno di qualche anno fa, invece, venni arrestato e condannato innocentemente. Per molte delle nere notti di quell'irreale carcerazione, la mia insofferenza, accompagnata dal tintinnio ridente dell'agente montante, venne a visitarmi disturbando la quiete che cercavo.
"So a cosa pensi! - Mi diceva con voce melliflua - Vuoi fare male al tuo carceriere, il giudice rosso. Appena esci ti scaglierai contro di lui, potrai avere giustizia, ma non equilibrio. Nella vita è questo che conta. La giustizia, noi la lasciamo alle persone superficiali, tu vuoi essere un uomo giusto?"
"Ascoltami bene, il giudice che ti ha imprigionato, di fronte a te è colpevole e tu sei innocente, ricambiandogli il male che ti ha fatto non riceverai né equilibrio né pace. Fai del male ad un altro innocente come te! Così almeno potrai ricavarne una terza cosa: il piacere. Inutile che ti perda nei tuoi pensieri, lascia fare a me, così almeno potrai fare sonni tranquilli!".
Ora, manco a dirlo, mi ritrovo in carcere per vari reati e, benché viva per l'ennesima volta, le stesse esperienze, mi capita in alcune occasioni di elaborarle, grazie al mio impegno ma soprattutto alle persone che frequento, in maniera del tutto diversa. Un'esperienza per me significativa è stata quando a Natale sono andato al convegno con il gruppo della trasgressione.
lo avevo già deciso di non parlare perché sapevo che mi sarei trovato a disagio, ma quel giorno accaddero due imprevisti. Il primo è stato quando ad un mio amico, al quale sono molto affezionato, gli è stato dato il microfono e lui, nonostante si sentisse imbarazzantemente vulnerabile di fronte al pubblico, era comunque lì a fronteggiare se stesso. Così, in quel momento, anche se per un breve istante, il fanciullo che è dentro di me fu liberato dalla bocca del leone.
Zarathustra quando parla dell'amicizia dice: "Sei aria pura e solitudine e pane e medicina per il tuo amico? C'è chi non sa spezzare le proprie catene, eppure per l'amico è un liberatore!". Il secondo imprevisto invece è stato quando una persona che è un punto di riferimento importante per tutto il gruppo, si è avvicinata a me con grande delicatezza invitandomi a prendere il microfono. In quell'attimo interpretai quel gesto come una sfida, ma subito mi accorsi che ciò che mi stava porgendo era un fiore e non una pistola.
Credo che tutti i presenti in quel momento abbiano percepito bene le mie emozioni, ma per quel che mi riguarda, nel susseguirsi di notti nere, i miei dubbi vennero a farmi visita accompagnati da luccicanti enigmi e risate.
"Perché ti trovi a tuo agio con le persone solo quando hai un'arma o fai violenza al tuo prossimo? Hai bisogno di scagliarti contro un nemico per nascondere la tua vulnerabilità? Stai attento perché lo stesso Zarathustra sentenzia che in tempo di pace il guerriero si scaglia contro se stesso! E' bastato un pubblico ed un microfono per toccare la tua fragilità! Continua a percorrere questa strada e queste esperienze, non ti chiedere adesso cosa avverrà di te una volta fuori di qua, adesso non sei capace di decidere se il tuo comportamento sarà quello del delinquente o della persona onesta. Per il momento, la cosa importante è lasciar parlare le tante voci che hai dentro!"