La città di Corinto vive un periodo di grave siccità.
Sisifo, fondatore e re di Corinto, mentre passeggia pensoso accanto alla rocca di Corinto, scorge Zeus rapire Egina (una ninfa) e intrattenersi con lei.
Sisifo incontra Asopo che, con addosso i panni di un vecchio, cerca la figlia. Asopo è il dio dei fiumi e il padre di Egina. Egli chiede a Sisifo notizie circa la figlia. Sisifo, che riconosce il suo interlocutore, non rivela subito ciò che sa, ma chiede in cambio delle notizie una fonte d’acqua per la sua città. Asopo accetta e regala a Sisifo una fonte d’acqua perenne, Sisifo rivela l’accaduto.
Zeus si adira con Sisifo e chiede la collaborazione di suo fratello Ade (dio degli inferi) per punire Sisifo.
Ade invia sulla terra Tanato (dio della morte) per prendere Sisifo e portarlo nel regno degli inferi.
Sisifo, incontrato Tanato, gli offre del vino; sensibile ai piaceri dell’alcol, Tanato si ubriaca e Sisifo coglie il momento per incatenarlo.
Ares (dio della guerra) accortosi che durante le battaglie non muore più nessuno, si interroga e scopre che Tanato non può fare il suo lavoro perché è tenuto prigioniero.
Ares accorre in soccorso di Tanato e lo slega. Questi può riprendere la sua missione.
Sisifo, poco prima di venire trascinato agli inferi, chiede alla moglie Merope di non seppellirlo. Una volta giunto da Ade, Sisifo prega Persefone (moglie di Ade) di poter salire di nuovo sulla terra per convincere Merope a seppellirlo.
Persefone concede a Sisifo 3 giorni per la sepoltura.
Sisifo tradisce i patti e fugge.
Ade intuisce le manovre di Sisifo, si arrabbia e invia Ermes (il messaggero degli dei) a recuperare Sisifo per portarlo negli inferi.
Zeus condanna Sisifo alla sua famosa fatica: spingere per l'eternità un masso fino alla cima di una montagna, da dove la pietra rotolerà nuovamente giù fino alla base, per un nuovo giro del supplizio senza fine.