L'ira degli dei

Dino De Benedictis

18-05-2010  

Ancora una volta questo maledetto masso è tornato a valle, ormai non ricordo più nemmeno quante volte l’ho riportato in cima. Se almeno questa stupida roccia si limasse un po' ogni volta che rotola giù, a quest’ora sarebbe un sassolino, e io sarei libero da tutto questo. E invece eccola lì, maestosa e pesante come la prima volta che la vidi.

Mi presento, io sono Sisifo, re di Corinto, tutto iniziò in seguito a una grande siccità che colpì il mio paese. A quel tempo guardavo al di là delle nubi. Sì, potevo vedere la grandezza degli dei, esseri dai poteri straordinari, che si nutrivano dell’idolatria degli esseri umani per la loro immortalità.

Mentre vagavo sulle mie terre aride, in cerca di una sorgente che potesse dissetare i miei sudditi, nei pressi di una roccia sorpresi Zeus in intimità con Egina, e quando suo padre Asopo mi chiese informazioni della figlia, io gliele diedi in cambio dell’acqua, avevo bisogno di quella dannata acqua, il mio popolo la reclamava e io ero il re.

Ma avevo tradito Zeus e ricattato Asopo. Così ebbe inizio la mia sfida agli dei e la loro collera non si fece attendere. Zeus mandò Tanathos, dio della morte, a prendermi, ma nonostante il terrore provocato dalla sua presenza, lo raggirai facendolo ubriacare come l’ultimo degli idioti. Anche Marte era furioso con me, gli tolsi il suo sadico godere di carneficine di soldati. Fui trascinato all’inferno da Ade, ma con l’inganno riuscii a venirne fuori.

Ormai ero un gigante talmente grande da riuscire a prendermi gioco di tutti gli dei dell’Olimpo. Ma la mia presunzione mi rese cieco, non vidi che ormai quello che inseguivo era solo illusione. Eventi senza logica si paravano innanzi a me, e ogni volta dovevo usare furbizia e inganno per continuare a percorrere una strada senza ormai via d’uscita.

Cosa mi aveva portato tutto questo? In fondo cercavo solo dell’acqua. Non ho mai desiderato una inutile immortalità. Ma ormai Zeus voleva la sua vendetta. Ora mi trovo qui solo, a portare questo masso per l’eternità. Se solo avessi saputo che quell’acqua mi sarebbe costata l’ira degli dei!