Giove e Sisifo |
Granit, Otmane e Fabio | San Vittore |
Zeus: Eccoti! Piccolo! Faccia da miserabile! Dai, dimmi! Ora dove sono il tuo egoismo? La tua arroganza? Il tuo sentirti onnipotente? E ora che farai? Hai qualche idea per sfuggirmi di nuovo?
Sisifo: Non ho più voglia di scappare.
Zeus: Sbagliato! Non hai più trucchi da potere utilizzare. E dimmi, ne è valsa la pena?
Sisifo: Senti chi parla! Un dio che violenta una ragazza. Io non ho mai violentato le ragazzine, né agito per i miei sporchi comodi! Puniscimi pure. Io sono fiero di ciò che ho fatto! Il niente di cui tu parli è stato capace di governare Corinto!
Zeus: Non ho violentato quella ninfa, le volevo bene, mi piacciono le belle donne. Ma cosa sto a dirti? Non è tuo compito giudicarmi! Avresti potuto vivere con la tua famiglia invece hai distrutto tutto per tentare di diventare un dio come me.
Sisifo: Non ho mai voluto essere un dio né avere l’immortalità. Ho agito nell’interesse della mia famiglia e del mio popolo.
Zeus: Avresti potuto fare altro anziché sfidare me. Potevi scavare pozzi o allearti con i popoli vicini invece che sperperare l’acqua costruendo fontane e terme.
Sisifo: Non abbiamo sprecato acqua, semplicemente ne avete data poca a Corinto!
Zeus: Avreste potuto risparmiare quella che avevate. Utilizzarla al meglio! E poi se a Corinto ne abbiamo destinata meno, è perché altri popoli ne avevano più bisogno.
Sisifo: I Re delle città vicine ci chiedevano aiuto…
Zeus: Non cercare scuse! Ora facciamo i conti.
Sisifo: Non ho paura di te!
Zeus: E’ arrivato il tuo tempo. Ti condanno!
Sisifo: Aspetta!
Zeus: Non c’è da aspettare! Porta il masso su quella montagna, poi il masso rotolerà giù e tu lo riporterai su. Divertiti un po’, per l’eternità! Così forse capirai un paio di cosette… hai rinunciato alla mortalità per vivere come un dio, ti condanno a spingere l’enigmatico sasso per l’eternità! Ti condanno a fare una cosa inutile così come inutile è stato il tuo volere assomigliare agli dei. Sarai inutile per l’eternità e così anche i tuoi figli.