Adriano Avanzini | 06-04-2009 |
Icaro (autore sconosciuto):
L’immagine rappresenta Icaro seduto su una colonna, sconsolato, con le ali spezzate. Mi sono permesso di tagliare moltissimo l’immagine originale, che si sviluppa molto in verticale, con un impaginato forzatamente orizzontale, con un obiettivo: accentuare la forza espressiva del senso di chiusura, oppressione e impotenza che un taglio così costrittivo produce.
Chiusura, oppressione e impotenza come risultato opposto al volare troppo in alto di chi, senza rendersene conto, non ha saputo misurare il pericolo e le conseguenze di una scelta frutto del proprio accecante delirio di onnipotenza, se non quando è troppo tardi, quando le scelte sbagliate hanno ormai bruciato le ali dei nostri desideri e fantasie di potere.
Angelo ferito (Hugo Simberg, 1903)
L’immagine, di estrema delicatezza, raffigura un angelo ferito portato da due barellieri bambini dall’aria piuttosto stordita. L’immagine si presta a diversi livelli d’interpretazione.
Lo sguardo del bambino più alto, quasi arrabbiato, sembra accusare lo spettatore di essere causa del ferimento dell'angelo. Lo spettatore è chiamato idealmente in causa, in un confronto con se stesso, dentro la vicenda del quadro… e del convegno.
Un’altra possibile lettura vede l’angelo ferito come causa stessa dei suoi mali: la benda sugli occhi come simbolo di un agire cieco e dagli esiti dolorosi, esiti che si estendono ai barellieri che ne portano anch’essi le conseguenze, piuttosto che rappresentare la raffigurazione esterna di una sofferenza interiore (quella dell’angelo).
Ma forse sono proprio loro, i barellieri, la causa della sofferenza dell’angelo e l’angelo, rovesciando la lettura precedente, rappresenta la loro anima ferita, il loro dolore interiore causato dal loro erroneo ed inconsapevole agire.