Posso ricominciare dalla fine? |
Carlo Bussetti | 19-02-2009 |
Sono le nove, il cellulare ha strillato parecchie volte per svegliarmi. Ho un appuntamento di "lavoro" alle dieci e mezza vicino al Bingo di Viale Zara. Sono mezzo rincoglionito, saranno quindici o venti giorni che vado a dormire alle sei del mattino per alzarmi al massimo alle dieci.
Mi piace stare al computer durante la notte... ma no! E' una scusa che racconto a me stesso… il vero motivo di questa mia veglia è che sto abusando troppo di cocaina. Dormo poco, continuo a litigare con le persone che amo, ma la cosa più stupida è che, per mantenere questo mio vizio, che è arrivato ad un livello pazzesco sia di debiti che psicologico, ho accettato di lavorare per la persona che me la vende… un circolo vizioso, al quale solo un infarto o l'arresto da parte della Madama (polizia) può porre fine.
Sono ancora più stupido perché mi sono accorto di avere il cellulare (che uso esclusivamente per il mio "padrone") sotto controllo, ho anche notato che due sbirri sono entrati nella mia macchina ed hanno collocato un gps. Me ne sono accorto subito ma non l'ho toccato, tanto per quello che devo fare mi servo della moto, la macchina la uso solo per andare da qualche parte il fine settimana… anzi, la usavo, perché da quando ho aumentato la quantità di quella maledetta polverina bianca, che tanto odio e amo, non ho più voglia di fare niente di niente.
Mi sento un verme, mi sono allontanato dagli affetti, dagli amici, non ho più voglia di fare niente di niente, la sera mi chiudo in casa e tutto si rinnova sino al mattino seguente. Se ho abbastanza della "signora in bianco" cerco di tornare a casa presto per riprendere il solito iter. Un paio di volte ho rischiato di morire, ma poi il mio fisico ha retto e tutto è tornato alla "normalità" (se si può chiamare normalità una vita così).
Mi chiama per confermare l'appuntamento, non verrà lui, ma il suo cavallo. Non mi piace quel ragazzo, ha qualcosa di negativo, non so come spiegarlo, ma è una sensazione che non sbaglia mai.
Mi sciacquo la faccia, lavo i denti e mi faccio un pippottone. Polo, jeans, scarponcini e giubbotto di pelle Thimberland, guanti ed infine il casco, sono pronto per agire. Rincoglionito dal sonno, mi avvio in moto verso l'appuntamento, non serve più chiamare, al massimo appena arrivo gli do uno squillo, mi sveglierò con l'aria frizzante del mattino ed arriverò bello fresco.
Squilla il cellulare rosso, mi fermo e rispondo: "Dimmi". Non è lui ma lo sbarbato, gasato. Non conosco il suo nome, non mi è mai interessato saperlo, so solo che se la tira da socio, ma so che è solo un cavallino gasato per i troppi soldi che gli girano tra le mani.
Gasato: "Ciao, guarda che ritardo di mezz'ora, ci vediamo dietro il pub, lui non può chiamarti, è preso con altre cose".
Penso: "Non mi piacciono questi cambiamenti all'ultimo minuto, è un brutto periodo per me, mi stanno troppo addosso, meglio arrivare un po' prima e fare quattro passi per vedere un po' in giro se è tutto tranquillo".
Arrivo prima dell'ora prestabilita, parcheggio la moto, vado al bar, bevo un cappuccino, esco e spingo di pochi metri la moto per fare il pieno. Non vedo niente di strano, anche se ho la sgradevole sensazione di essere osservato. Penso che dovrei smettere di usare questa merda, sto diventando un po' troppo paranoico. Parcheggio la moto dall'altra parte del marciapiede e squilla il cellulare.
Gasato: "Dove sei?"
"Dove vuoi che sia, all'appuntamento, non mi piace restare fermo, quanto ci metti ad arrivare?"
Gasato: "Forse dobbiamo rimandare nel pomeriggio, vedo cosa posso fare, ti chiamo tra un po'…"
Penso: "Questa storia non mi piace per niente, troppe chiamate inutili, bastava darmi un orario nel pomeriggio che sarei venuto, forse è meglio se parlo con lui".
Vado ad una cabina telefonica, ho il suo numero privato, lo chiamo: "Ciao, allora si può sapere cosa sta succedendo, io non posso perdere la mattinata perché la tua donna ha il marchese" (intendendo il gasato).
Lui: "Ma come, mi ha chiamato 5 minuti fa e mi ha detto che non ti ha trovato all'appuntamento".
"Io sono qui dove sai da un po', dall'altra parte della strada, te l'ho detto che è un cretino, ciao"
Lui: "Lo so, arriva in 15 minuti, ciao."
Entro nel bar, gestito da cinesi... ormai li trovo ovunque; mi guardo in giro, alcune facce strane sono sedute ai tavolini, leggono il giornale...
Chiedo: "Scusi, dov'è il bagno?" Approfitto di questi minuti per farmi un tiretto ... penso: "un giorno o l'altro ci muoio per questa merda, ma ormai cosa posso fare? Non posso certo andare alla mia età al Sert, come uno sbarbato di 20 anni…"
Questo richiamino ha fatto risalire "la nottata" appena trascorsa, il cuore batte a mille, ma questo mio sconvolgimento interiore non appare sul mio viso. Ottimo, così non do nell'occhio! Esco dal bagno, bevo un'acqua naturale e mi avvio all'uscita. Mi sento osservato, ma penso che è la coca che mi rende un po' paranoico.
Esco, attraverso la strada e mi siedo sulla moto parcheggiata, stacco le batterie dei cellulari e li sistemo sotto la sella.
Lo vedo arrivare, in moto anche lui, dalla parte del pub, si ferma dietro a delle macchine parcheggiate, dovrei prendere la moto ed avvicinarmi a lui, ma l'uscita dalla sua parte è una via a senso unico e non vorrei dar adito a qualche pattuglia di fermarmi.
Attraverso la strada, mi avvicino, lo vedo teso…
Gli dico: "Tutto bene?"
Gasato: "Si!" E' nervoso, guarda di qua e di là. Alza il sellino della moto, prende due pacchi e li mette in un sacchetto, poi dice: "Te ne do ancora uno, tanto due o tre fa lo stesso."
Io: "Per me non c'è problema, anzi!"
Gasato: "Ci vediamo stasera, ok?" Prendo il sacchetto contenente i tre pacchi e mi allontano a piedi tranquillamente.
Gasato: "Cosa fai, attraversi la strada con il sacchetto in mano?"
Io: "Qual è il problema? Più cerchi di camuffare e più dai nell'occhio e poi cos'hai, ti vedo troppo nervoso?"
Gasato: "Sono normalissimo, è che devo correre ad un altro appuntamento!"
Oltrepasso la strada, sono tranquillo, ma penso: "Che vita di merda, deve finire prima o poi, il guadagno praticamente me lo pippo tutto e il cervello va in pappa giorno per giorno, sto rischiando anni di galera per far arricchire questi quattro stronzi…"
Arrivo alla moto con il sacchetto in mano, lo appoggio per terra, infilo le chiavi nel cruscotto, si apre automaticamente il sellino, prendo il casco, metto il sacchetto nel vano sella, chiudo e mentre infilo il casco mi sento travolgere da due persone disarmate: "Fermo, non ti muovere!"
Non faccio la minima resistenza e loro lo notano sorpresi, non mi ammanettano, mi spingono contro al muro e mi intimano di stare calmo; mi giro preoccupato per il "Gasato" che ci passa vicinissimo sorridendo e facendomi ciao ciao con la mano.
Penso: "Che pezzo di merda, lo sapevo… sto infamone". Poi dico a mezza voce: "Che vita di merda!"
Madama: "Te la sei cercata, ma ora per te è finita!"
Sento lo scatto delle manette intorno ai miei polsi… TLACK. Il cuore corre come una Ferrari, sembra esplodere per l'andrenalina e penso: "E' finita… o ricomincio a vivere?"