Avevo 14 anni quando il mio mondo ha iniziato ad intrecciarsi con tutto il resto; non capivo ancora bene quello che avevo intorno, ormai non andavo più a scuola, o meglio, ci andavo ma frequentavo le scuole serali per diventare meccanico d'auto. Pensavo che questo lavoro mi sarebbe piaciuto, anche perché ero sempre immerso fra i motorini, li smontavo e li rimontavo come volevo.
Le gite al fiume Ticino con i miei compagni, le organizzavamo ogni sabato o la domenica mattina, mi divertivo un casino, anche se poi il giorno lavoravo presso un benzinaio in via lorenteggio. Guadagnavo 100.000 lire al mese, ed anche se questo era uno stipendio molto basso, mi accontentavo, anche perché non è che io avessi poi così tante spese da sostenere.
Eravamo una piccola banda composta da dieci ragazzi; io ero il più grande di tutti, almeno di età, invece di statura ero il più piccolo, ma questo non condizionava nulla nel gruppo, anzi ero molte volte quello che trascinava il resto dei ragazzi nelle avventure più disparate, come andare a rubare negli orti dei contadini cose che poi non assaggiavamo nemmeno.
Era solo per sentirci grandi, per dimostrare a noi stessi e agli altri che c'eravamo anche noi nel mondo. Molte volte eravamo anche spericolati, incoscienti se volete, e tante volte abbiamo rischiato la vita con giochi stupidi; io avrei voluto restare fuori dal "gioco", ma mi sentivo strano, avevo paura che i miei compagni mi allontanassero se io non fossi stato con loro sempre.
Così non dicevo mai di no, qualsiasi idea del gruppo io l'accettavo, anzi certe volte, più le cose erano spericolate e più mi ci buttavo dentro a capofitto. Tanto, cosa avevo da perdere di così importante?
Beh! avevo da perdere la vita, cosa alla quale non davo ancora il giusto valore perché non la conoscevo, e tutto quello che i miei genitori mi dicevano lo vedevo come una rottura di scatole, non fare questo, non fare quello, non allontanarti e facci sapere sempre dove sei.
Io non resistevo più, queste cose mi facevano sentire piccolo anche di fronte ai miei compagni. E, per non sentirmi così, facevo tutto il contrario di quello che mi dicevano di fare.