Con Zuffi a colazione |
Mario di Domenico | 07-11-2008 |
Non è proprio semplice riconoscere il momento in cui vieni chiamato. Ci possono essere delle false chiamate che confondono e sminuiscono il valore della vera chiamata; inoltre ci vogliono le condizioni adatte affinché si percepisca il bisogno di cambiare e quindi di rispondere. La chiamata che il Caravaggio, in maniera del tutto originale, ha dipinto nella vocazione di san Matteo è quella che meglio di tutti fa capire quando nella vita arriva il momento di rispondere a chi ti sta chiamando.
Nella mia vita ho fatto delle scelte importanti senza mai pianificare o programmare il mio futuro, non tenendo conto che non ero solo, ma padre e quindi responsabile di coloro che avevano bisogno di me. Questo mio modo di agire mi ha portato a non riflettere in maniera serena ed equilibrata e di conseguenza a non accorgermi di quando ero chiamato a seguire la strada giusta.
Le conseguenze sono state drastiche, dentro e fuori dalle varie carceri aspettando di essere libero per ricominciare a rubare, quasi come fosse un lavoro col quale ci pagavo anche le tasse. Pur avendo la vocazione di amare l'arte, non ho però indirizzato le mie energie verso la strada giusta; al contrario, mi sono dedicato affannosamente al furto di opere d'arte per realizzare danaro.
Il cammino si è rivelato irto e deludente. Dedicando tutto il tempo alla preparazione dei vari obbiettivi, trascuravo gli affetti familiari. Il danaro non bastava neppure a pagare gli avvocati per le ripetute volte che sono stato arrestato. Ma non per questo ero in grado di girare pagina e sfruttare in maniera positiva le mie conoscenze riguardo all'arte.
Ho riconosciuto la mia chiamata solo quando una serie di fattori hanno concorso a farmi guardare le cose da un'altra prospettiva. L'età, la riflessione, l'ennesimo distacco dai figli, l'aver conosciuto il gruppo della trasgressione, il modo che ha di lavorare, e i vari personaggi ospiti (tra i quali il professore di storia dell'arte Stefano Zuffi) mi hanno aperto la strada per riconoscere che quello che avevo dentro di positivo doveva diventare materiale utile a ricostruire il mio divenire.
Sono solo all'inizio di un percorso sicuramente non facile, ma di una cosa sono contento e soddisfatto, ed è che, come accadeva quando andavo a rubare, ci sto mettendo tanta passione e impegno e questo mi fa capire che questa volta sto facendo sul serio.
Scritti collegati: Caravaggio e la chiamata, La direzione