Il patto e l'infinito

Massimiliano De Andreis

 

24-09-2013

Facendo parte del Gruppo della Trasgressione da circa cinque anni, ci tengo a dire le mie sensazioni su questo argomento. Il mio patto? E' stato stipulato dopo qualche anno di frequentazione del gruppo; non c'è stato bisogno di sottoscriverlo o dichiararlo ufficialmente perché è venuto da sé con il tempo, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Penso che in buona parte racchiuda in sé i motivi e le sensazioni che mi hanno portato a cambiare stile di vita.

Ricordo sempre una frase di un mio caro amico: "Tu costruisci e cresci con il gruppo. Farai strada, ma non ti montare la testa, non hai finito di imparare; fidati di me". Beh, in questa frase ci sono tre parole per me fondamentali: costruire, crescere e fidarsi. Parlo di fidarmi e non fuggire, costruire una parte del futuro insieme, dando un contributo al gruppo per far sì che abbia più valore.

Ora cercherò di descrivere come il patto prende corpo nelle mie sensazioni personali. Parliamo dell’infinito. Per me non esiste nulla di realmente infinito, esiste però la sensazione d’infinito, di qualcosa che duri nel tempo, senza scadenza. Noi tutti sappiamo che giungeremo al capitolo finale, ma credo che abbiamo bisogno di quella sensazione che nel presente ci rende immortali.

Paradossalmente, questa sensazione di Infinito si ottiene nel presente e io la vivo ogni giorno tenendo fede al mio patto. E’ successo anche oggi. Spesso dico che le rapine e le droghe mi davano sensazioni simili. Ma ragionandoci ora, non è proprio così. Tutto era illusorio e svaniva, rapina dopo rapina, sniffata dopo sniffata: che strazio! Un altro paradosso: cercare la sensazione d’infinito giocando ogni giorno con la morte.

Il passaggio da un paradosso all’altro è così grande che mi sembra di essere quasi un’altra persona. Ma io non sono diventato un’altra persona; ho trovato nuove motivazioni che mi hanno dato la forza e l’appagamento per andare avanti… e la consapevolezza che a volte sarà dura ma ne varrà la pena.