Saluti e buon lavoro

Dott.ssa Maria Sodano

17-07-2005  

Caro Angelo,
prossima al passaggio al nuovo ruolo, invio queste mie brevi note al "gruppo della trasgressione", che vogliono anche essere un conveniente commiato dai detenuti di San Vittore per i quali sono stata in questi anni loro magistrato di sorveglianza.

Io credo che il vostro gruppo, pur tra i fallimenti (sono importanti anche quelli perché aiutano a crescere e a comprendere) e i successi avuti, sia un buon esempio di autentico trattamento perché va verso la consapevolezza del senso della pena e la rieducazione vera, quella che punta ad un confronto serio con il reato per il quale si è stati condannati e fa veramente conto del "dopo galera".

In termini sociali, questo significa fare autentica prevenzione, non chiacchierata o urlata, ma fatta di cose concrete e di confronto con le istituzioni e con i cittadini tutti. Il carcere non è un'entità astratta da dimenticare ma una realtà umana e pulsante con cui l’intera società, in primis i Magistrati chiamati a giudicare, devono fare i conti.

Spero che la vostra costante e sentita ricerca della verità interiore possa essere riconosciuta e utilizzata da chi verrà dopo di me e dai vostri interlocutori istituzionali come testimonianza del lavoro necessario per un processo di autentico rinnovamento del soggetto e del suo rapporto con la società.

Vi saluto
Maria Sodano