Nuovi equilibri |
Giuseppe Carnovale | 25-01-2010 |
Racchiuso nella nicchia, la rabbia e l’arroganza mi hanno impedito di migliorarmi nella vita. Non avevo nemmeno la prospettiva di esplorare la mia identità; da ragazzo sognavo di potermi permettere una vita agiata, nel corso degli anni quella vita agiata mi ha portato solo guai e galera.
Quando la vita mi ha posto ad un bivio ho iniziato a seguire la via del cuore e a capire che la strada che avevo intrapreso portava ad un vicolo cieco. E’ il fiume oggi dove mi porterà? Non lo so, la verità non mi è dato di conoscerla, ma devo darmi una risposta su misura per me.
Inutile fare del vittimismo, perché le vere vittime sono coloro che hanno subito le nostre malefatte. Tutto in me è una lotta senza fine, una lotta di opposti, un continuo passaggio dal giorno alla notte; ho pensato e ripensato ogni possibilità. Il mio obiettivo sarà la ricerca interiore e lasciare quell’astio e capire che non si può essere sempre incazzati.
E quando il Dott. Aparo scrive che ricordiamo a malapena il dispiacere causato ai nostri familiari e dimentichiamo facilmente il male fatto alle nostre vittime, io rispondo: quando hai avuto tante zone oscure nell’animo e sei consapevole di avere causato del danno alle persone, mai più puoi ritrovare la serenità.
Devo essere un buon psicologo di me stesso, cercare di capire quello che non ha funzionato nella mia testa. Alla fine mi resta un’unica possibilità, quella di ricominciare a guardare me stesso con occhi diversi, vedermi non più come delinquente, e per di più delinquente sconfitto, ma come persona, con una propria vita e il diritto a cercarsi degli spazi, nuove libertà e nuovi equilibri.