Il cucchiaino

Simone Beretta

24-06-2012  

Era il primo giorno di scuola. Anche quell'anno avevo dovuto cambiare istituto a causa della mia condotta. Adesso avrei frequentato la quinta nel liceo linguistico "Oppenheimer" di Milano, in via Vittorio Veneto.

Arrivai abbastanza presto la prima mattina, volevo vedere che facce c'erano, farmi una prima idea sul tipo di scuola che avrei frequentato. Come al solito, conoscevo gran parte delle persone presenti, questo era il settimo istituto che cambiavo in altrettanti anni di liceo. Dopo i primi saluti mi aggregai subito ad un gruppetto di "indisciplinati" che entrarono dopo il suono della campanella per restare fuori a fumare qualche canna. Entrai in classe per ultimo insieme a una ragazza piccoletta, che in seguito sarebbe diventata la mia spalla ideale, la mia migliore amica in istituto, Sveva.

Fummo subito ammoniti per il ritardo, ma ben presto sarebbe diventata una consuetudine cui nessuno avrebbe fatto più caso. Stordito dalle canne appena fumate, passai le restanti due ore a dormicchiare sul banco, per nulla interessato alla presentazione del programma o alla spiegazione di quello che sarebbe stato l'esame di maturità di fine anno che tanto angustiava gli studenti e che, per altro, io avevo già fatto l'anno precedente.

Arrivò l'ora dell'intervallo, naturalmente fui il primo a precipitarmi fuori dall'aula, non vedevo l'ora di fumare una sigaretta dopo le due ore di supplizio che mi ero appena sorbito. Appena uscito dall'aula mi voltai sulla mia destra, dall'aula di fianco alla mia stava uscendo una ragazza, la vidi, ne rimasi fulminato! I miei occhi non le si scollavano più di dosso. Come ipnotizzato, cominciai a seguirla lentamente senza dire parola, senza badare a ciò che mi accadeva intorno… completamente rapito la seguii fino alla macchinetta del caffè.

Restai lì imbambolato a fissarla mentre infilava la moneta nel distributore e attendeva che uscisse la sua bevanda. Per giustificare la mia presenza, infilai anch'io una moneta nel distributore, selezionai a caso una bevanda mentre continuavo a tenere gli occhi inchiodati su di lei, estrassi il bicchiere e mi accorsi che era senza cucchiaino.

Nel frattempo lei aveva già sorseggiato la sua bevanda e teneva il cucchino in bocca. Ormai si era accorta della mia presenza e mi guardava con aria interrogativa, dovevo dire qualcosa, dopo alcuni secondi che mi sembrarono interminabili le chiesi: "scusa mi presteresti il tuo cucchiaino che a me non è sceso?" Lei, un po' stupita, estrasse il suo cucchiaino dalla bocca e mi sorrise dicendo: "si ... ma guarda che l'ho messo in bocca", allungai la mano e presi il cucchiaino dalla sua, e senza pensarci, invece di girare il mio caffè, me lo misi in bocca.

Lei scoppiò a ridere pensando che l'avessi fatto volutamente, invece ero assolutamente in balia del suo sguardo… cominciammo a parlare, restammo a chiaccherare per tutta la durata dell'intervallo, ero completamente rapito da ogni sua parola, non ricordo nemmeno di cosa parlammo, ricordo solo che da quell'istante mi innamorai di lei! Il giorno dopo stavamo insieme e quello fu probabilmente uno dei giorni più belli della mia vita!