Ai miei futuri coinquilini

Bruno De Matteis

07-10-2009  

Le nicchie, angoli nascosti nella coscienza o nel cuore di chi ha subito un dolore, un tradimento, una delusione. Toccarle spesso fa male, così continui a vivere tenendole chiuse e distanti. A volte, proprio per questo, negli anni se ne aggiungono altre e allora i sotterranei bui e nascosti aumentano. Da quelle zone oscure giunge solo dolore e confusione, mentre aumenta la distanza da chi abita ai piani sopra.

Se nessuno riesce pian piano ad aprirle, come vive una persona? Quanto vale l’amico con cui puoi cercare cosa ci tieni nascosto dentro e che tante volte non conosci nemmeno tu stesso? Tirare fuori tutto quello che una persona custodisce dentro nelle nicchie è un lavoro molto serio, che dovrebbero prendere in esame anche le varie direzioni delle carceri, se effettivamente vogliono il recupero del reo per un futuro migliore. Ognuno ha bisogno, ad un certo punto, di fare un bilancio della propria vita, di fare i conti con se stesso.

Ma è difficile. Spesso i detenuti si sentono senza alcuna prospettiva, senza un futuro, se non quello di oziare nell'angusto spazio di una cella, in attesa di giorni tutti uguali. In questo modo si perde un'occasione di riscatto e di ravvedimento, che può servire al detenuto ma anche, un domani, a chi lo avrà come coinquilino.