Dal buio del suolo

Giuseppe Carnovale

14-10-2009

Ho sempre aspirato ad una vita migliore, ferma nella luce, che non fosse né poca né troppa, che mi permettesse di camminare a testa alta.

Però nell'essenza stessa della vita c'è qualcosa di indecente, che non sapevo. Tra istante e istante ho vissuto molto nel sogno, quando stavo per assaporarne la dolcezza… si allontanava.

Un giorno fu la fine di tutto, per una ragione diversa dalla realtà delle cose (in parte ero innocente) ho ricevuto una condanna senza riuscire a capirne il senso. Qualunque sia il rimpianto, esso crescerà con gli anni vuoti, riempiti dall'attesa lungo il castigo, a pezzo a pezzo fino alla fine. Ho atteso comprensione ma invano. Hanno aggiunto dolore a chi hanno ferito, imputato colpa su colpa, schernendo e parlando con malizia, minacciando dall'alto con superiorità. Sapevo che gridare era inutile perché nessuno mi avrebbe udito.

Che resta della vita? Soltanto la luce, oppure no?

Non ho talento né saggezza, rimane solo il rimpianto contro tutto ciò che è stato sia del bene che del male. Ora sento l'alito che dalla terra riporta il sapore del rosmarino… è la luce che ancora vuole nascere dal buio del suolo.

Sì, un vero viaggio di scoperta o di riscoperta, ma nell'essere vedente con altri occhi, quelli del cuore... ma anche un percorso individuale di ricerca per ritrovare la dignità perduta e l'amore verso me stesso e le cose.

L'auto-indagine che intendo e che mi piace sottolineare maggiormente è la possibilità data alla persona d'interrogarsi su certe voci, su certi fatti, ma anche su silenzi nascosti, custoditi nella nicchia.... e confrontarsi attraverso la comunicazione al Gruppo della Trasgressione, per superare alcune barriere viste come tabù.