IL FARO - Riunione del 09-01-2004 |
Prendendo spunto da alcune considerazioni su un episodio avvenuto in carcere durante le vacanze di Natale, il gruppo riflette attorno al tema del ruolo.
Il pomeriggio del 31 dicembre Aparo passa un po’ di tempo in una cella insieme a Gabriele, Umberto, Ivan, Alfredo e Walter. Qui condividono un momento di gioco e divertimento. Ivan, nell’intervallo del gruppo di oggi dice che quel pomeriggio, fra barzellette e giochi con gli stuzzicadenti, “non c’erano stati ruoli, anche se c’era rispetto”.
Aparo chiede al gruppo se sia realmente necessario annullare i ruoli per stare bene insieme. In quella circostanza qual era il ruolo di ognuno?
Riassumo le prime considerazioni dopo la sua domanda.
Quando v’è reciproca disponibilità, le persone desiderano spendere il meglio di sé in una relazione: se le persone sanno muoversi con serenità all’interno della relazione, la differenza di ruoli può diventare motivo di arricchimento; a volte, però, sembra che la presenza dei ruoli costituisca un ostacolo alla relazione stessa.
Un allievo si serve della professionalità del proprio maestro per apprendere un mestiere, una materia, un’arte; il maestro, da parte sua, si serve delle relazioni con i suoi allievi per migliorarsi e svolgere al meglio le proprie funzioni.
Una madre svolge un ruolo d’importanza vitale per la sopravvivenza del proprio bambino; il rapporto di vicinanza/lontananza imposto dal suo ruolo non rimane invariato per tutta la vita, ma si modifica in funzione della crescita e dell’evoluzione del figlio. Al neonato serve un contatto continuo con la madre, ma il bambino ha progressivamente bisogno di uno spazio per sperimentarsi e scoprire il mondo al di fuori della relazione materna; la madre, d’altra parte, viene mantenuta come base sicura cui ritornare ogni volta che il bambino avverte il bisogno di protezione e rassicurazione, fino a giungere, con gli anni, ad un livello di scambio sempre più reciproco e maturo.
La presenza del ruolo non è necessariamente motivo di separazione, il ruolo costituisce anzi un elemento che favorisce lo svilupparsi della relazione fra due individui, anche se può essere avvertito come un limite alla propria espressione.
Date queste riflessioni, le domande che il gruppo si pone sono: