Almeno vento

Walter Madau

10-07-2005  

Non ho mai scritto molto, solo piccoli pensieri e qualche appunto su dei foglietti.

Adesso, allora, desidero rischiare, mi imbatto… e mi adagio su questo lucido, bianco foglio e una lacrima scivola via per raggiungere il cuore. Un cuore pieno di gioia, una gioia tanto bella quanto sofferta, perché so di essermi custodito male e accudito vigliaccamente.

Non che io sia cambiato di molto! Come si fa a non impazzire per un cielo cupo e nero? Come si può non ammirare questi sottili e sfarzosi fulmini che tanto stringono a sé con adorabile potenza, prepotenza, presunzione?

Su, tutto e subito! Un fulmine voglio diventare. E forte vento. E tempesta. E uragano. E corsa e corda. E ancora corsa veloce e notevoli pugni. E quanto odio e mi fanno arrabbiare questi lontani convegni. Su, su, un fulmine. Uno soltanto. Veloce, potente e dominante. D’altro canto però, brutto, antipatico, odioso è questo stupido e infantile fulmine e tutti conosciamo il perché.

Allora torno al mio posto, nelle mie bollenti terre, che tanto scottano e fanno volgere il mio sguardo al cielo, come a guardare una maestosa e sublime piramide egizia o ad ammirare lo splendore di una dea, quella della bellezza. Quella simile ad una rosa. Una rosa bianca dai contorni scarlatti. La chiamano Rosa Imperiale e non certo una piatta fastidiosa e ingarbugliata tessitura appiccicosa chiamata ragnatela.

No, no! Di nuovo… ancora… Walter.. questo è sempre lo stesso canto odioso! Forse è perché non conosci nulla di meglio, sei sempre lì… con rozzi sogni e grossolane movenze. E quando si affaccia questo traboccante piacere, non riesci proprio a contenerti, diventi cattivo, bestia e carne insoddisfatta.

Allora, dopo anni di tutto e subito, sono meglio e più convenienti questi lenti pensieri che scorrono nella frescura delle giornate estive. Pensieri che non svolazzano né sognano fulmini. Pensieri che desiderano solo capire e imparare ad accostarsi con maggiore abilità e intelligenza ad ogni cosa.

Perché forte è il volermi gettare dentro la sorgente di questa mia gioia. Anche se riconosco ripida è la strada e alta e difficile da raggiungere è la dimora di tale serenità e bellezza. Per questo vorrei essere… almeno vento. E soffiare in alto. Accanto a questa Rosa Imperiale.