Un ex nullatenente |
Umberto Picone | 28-11-2003 |
Le domande che Aparo ci ha fatto la scorsa settimana sono:
• A cosa serve sentirsi nullatenente?
• Di che cosa ci si sente proprietari?
A cosa serve sentirsi nullatenente?
Oggi io non mi sento nullatenente, ma in passato grazie alla droga e a tutta una serie di delusioni mi ci sono sentito. Per me è complicato spiegare ciò che voglio dire, pero ci provo lo stesso facendo, come al solito, un esempio su di me.
Quando mi sentivo nullatenente non stavo male e non stavo bene, non giudicavo e non sopportavo di essere giudicato, non facevo domande ad altri perché non sapevo formularle e non facevo domande a me per paura delle risposte.
Oggi sto bene e, un po’ per convenienza, un po’ perché lo sono, mi sento ignorante, ma non nullatenente. Io non ho studiato, potrei nascondere questa mia ignoranza stando zitto, ma non lo faccio, anzi, mi butto avanti facendomi conoscere per ciò che mi sento. Se dico stronzate, cosa che faccio spesso, le persone che mi ascoltano e che vedono come io mi sento non ci fanno caso e non danno peso alle mie parole, ma se dico o faccio cose sensate, le stesse persone mi fanno star bene dandomi ragione e a volte facendomi complimenti, come è successo con il mio ultimo scritto.
Per me, ogni volta che sento una parola a me sconosciuta non è facile chiederne il significato; molte volte vedo persone che ridono di questa mia non conoscenza di un italiano corretto, ma nonostante tutto accantono l’orgoglio e la vergogna, perché voglio imparare e perché oggi sono del parere che una vita senza domande non è degna di essere vissuta.
Questo è quello che provo e che sento oggi; se la stessa domanda mi fosse stata fatta tempo fa, cioè quando mi sentivo nullatenente, non so cosa avrei risposto, forse non avrei avuto né le capacità né il coraggio di rispondere.
Di che cosa ci si sente proprietari?
Io grazie alla fiducia che mi è stata data, a tanta pazienza da parte mia, anche e soprattutto grazie a voi, sono riuscito a tirar fuori qualità che non sapevo di possedere, di conoscere cose che non conoscevo e di riconoscere importanti cose che ho sempre avuto e che non ho mai riconosciuto come tali.
Oggi queste proprietà sono mie, e me ne sento proprietario perché per acquisirle e riconoscerle ho faticato molto. A volte, sono stato costretto ad aggiungere alla mia, già vasta, collezione di figure di merda tanti altri pezzi da collezione, ma ne è valsa la pena, perché oggi mi sento proprietario dei miei sogni, delle mie capacità, delle mie scelte e della mia vita.