Grazie

Umberto Picone

10-01-2004  

Questi mesi passati in vostra compagnia sono stati i momenti più belli di questa mia carcerazione; certo ho avuto anch’io i miei alti e bassi, ma non a causa vostra, fanno parte di me e del mio carattere.

In questi 8 mesi ho scritto come non ho mai fatto, nel mio piccolo ho buttato legna al fuoco e con i miei scritti ho guadagnato e, spero, fatto guadagnare. Grazie a voi sono riuscito a tirar fuori quella parte di me che non conoscevo, ho imparato a leggere e scrivere, a dialogare con le persone e ad ascoltare, a volte mi sono confrontato ed altre sfidato, ma non voglio buttarla sul sentimentale, voglio solo ringraziarvi. I passi che ho fatto per acquisire le potenzialità di cui oggi mi sento proprietario sono talmente tanti che in questo momento non riesco a metterli su carta.

Copernico, in una delle sue ultime giornate a San Vittore, in braccio a Margherita. Umberto lo ha chiamato Copernico quando ha visto che il criceto amava le ruote.

Grazie a tutti, assistenti, compagni e studenti. Grazie ad Aparo, a chi mi ha definito uomo delle caverne e mi ha dato fiducia, a chi macchina da guerra, cucciolo, picciotto, randagio di razza, ed esemplare unico. Grazie.

Tra non molto, finalmente, tornerò alla vita e grazie a voi avrò di questo posto dei bellissimi ricordi, uscirò sicuramente più ricco di prima e finalmente riaggiusterò quell’orologio che è fermo da tanti anni, troppi...