La mia libertà |
Umberto Picone | 07-06-2003 |
Questo mio scritto l’ho voluto intitolare “La mia libertà”, perché per quelle poche volte che ho partecipato al gruppo, ho notato che non è uguale per tutti. Questa è la mia…
Anche se non so cosa intendiate voi per libertà, nella mia ignoranza cercherò di farvi capire cosa intendo io per libertà e quando mi sento libero.
Riguardo il fatto che la libertà totale non esiste sono pienamente d’accordo.
Per me la libertà è come una droga “più ne hai e più ne vuoi”.
Io per libertà intendo uscire quando voglio, non avere orari o persone che mi dicano cosa devo fare o come devo farlo. Per me la libertà si trova fuori dal carcere; capisco che fuori ci sono delle regole da rispettare, ed io non le ho rispettate, anche perché se lo avessi fatto non sarei qui.
Io ho sempre fatto tutto quello che mi passava per la testa, sono andato via da casa dei miei all’età di 15 anni perché con loro non potevo fare quello che volevo e non sopportavo più le regole che mi venivano imposte.
Io per libertà non intendo il drogarsi, quello per me è stato solo un’ incidente di percorso, “se così lo vogliamo chiamare”. Comunque torniamo a noi, io mi sento libero quando sfreccio con la moto a 220 all’ora in autostrada. So che non si potrebbe fare e so i rischi che corro ma non riesco a farne a meno.
Mi sento libero pure quando vado a pattinare sul ghiaccio, e quando porto il cane al parco e lo vedo giocare con i bambini.
Una cosa che mi affascina tanto e che mi dà un senso di libertà, è il cielo; rimarrei per ore ad osservare le nuvole che si fanno trasportare dal vento.
Sono del parere che la libertà si trovi all’esterno perché mi sono accorto che in questo posto ti mancano anche quelle piccole cose che, fuori, pensavo fossero insignificanti.
Dopo questa mia prima e spero ultima carcerazione ho deciso di provare a vivere una vita regolare, cercando di rispettare il prossimo, la natura e tutto ciò che mi circonda, perché, per me questa è la libertà.