Il gabbiano muto |
Nico Zizzi | 07-06-2003 |
La parola libertà, essendo questo il tema, mi fa esser libero di dire ciò che penso…
buona giornata a tutti!
Io credo che la libertà abbia molti significati.
La libertà la si può avere e vedere nel momento in cui sogni, perché lì mi sento libero, in quel momento nessuno può portarmela via dato che è mia.
Da detenuto, per avere la libertà di dare ai miei familiari qualche oggetto che ho costruito qui per loro, in un momento di libertà, per farlo uscire all’esterno devo sempre fare una domandina per ottenere quello che i miei sentimenti vogliono, perché qui la libertà non c’è.
All’esterno la libertà è molta, in momenti in cui la ottengo, qualsiasi desiderio mi passa per la testa mi fa sentire libero, anche se poi ho sempre bisogno di trovarne una nuova. In questo momento mi piacerebbe essere un interruttore; se qualcuno volesse la libertà, basterebbe che facesse un clic, perché c’è in un momento, ma basta un altro clic perché non ci sia più.
La vera libertà la può conoscere un gabbiano, che si sente libero di volare senza pensieri, di andare dove vuole facendosi trasportare dal vento. Come le onde del mare, che oggi vanno a destra e domani vanno a sinistra, senza che nessuno decida dove debbano andare. Il mare e il vento, secondo me, sono liberi di fare ciò che vogliono; noi persone invece non siamo libere come possono essere loro.
Sono sempre condizionato da qualcosa o da qualcuno, non riesco mai ad ottenere quella libertà che non c’è, la cerco ma non la trovo, perché se ho bisogno di avere un momento di libertà sono costretto a chiedere a qualcun altro il permesso per farlo: per es. alla mamma di mio figlio, se voglio portare mio figlio al parco-giochi devo chiederlo a lei; perché poi, se è mio figlio?
Ad esempio, porto il cane al parco e lo lascio libero, così io intanto approfitto di un momento di libertà per fumare una sigaretta; ma non si può fare, perché c’è sempre qualcuno a cui dà fastidio il cane che gira: in questo caso la libertà viene tolta a tutti e due. Per definire la libertà non possiamo farlo da noi, per sapere dov’è la libertà bisogna chiedere ad un gabbiano, peccato che lui non possa rispondermi!
Secondo me, la libertà ti viene data solo nel momento in cui io da carcerato mi trovo al di là di quel cancello arrugginito, che si chiude dietro alle mie spalle; in quel momento so di esser libero, camminando e sentendo il caldo della primavera fino in piazza Aquileja, ma infine la libertà mi viene tolta da qualcuno perché da libero, non avendo il biglietto per il tram, per comprarlo mi tocca non esser più libero, perché la società che abbiamo è il risultato della libertà che non c’è.
Dopo questo riassunto, voglio dirvi che mi sono sentito libero di dire quello che pensavo, ora vorrei sentirmi ancora libero di poter uscire per fumarmi una sigaretta. Grazie di questo momento di libertà mentale, anche se dopo di questo gruppo non mi sentirò più libero visto le mura che mi dividono dall’esterno; per fortuna i miei pensieri e parole sono liberi di evadere da queste mura, loro sì che sono liberi, per fortuna!