| Funzioni interrotte |
Cosimo Colbertaldo | 06-11-2003 |
Nel suo racconto, Umberto ricorda che dapprima era stato incuriosito dall’oggetto portato in casa dal padre, e che in un secondo momento era rimasto impaurito dal suono che produceva. La mia impressione generale è che lo scritto ricostruisca un ambiente nel quale la persona vive spinte evolutive contemporaneamente a spinte contrarie e regressive.
Mi sembra che l’immagine dell’orologio rotto possa rappresentare una frattura nella relazione con il padre e della funzione che il padre svolge per l’individuo. Ad essersi incrinata –mi sembra- è la funzione paterna, quella parte di noi che prevede le leggi, esercita un controllo, stabilisce delle regole, segnala gli obiettivi possibili e suggerisce gli strumenti per raggiungerli.
Perso il contatto con questa funzione, la comunicazione fra spinte opposte diventa più difficile, l’uomo si lascia allettare dalle componenti distruttive e può mettere in atto comportamenti devianti: reati vari, uso di droghe, atti autodistruttivi.
In un primo momento si è affascinati da questa parte di sé e dallo stile di vita che ne deriva (che, in effetti, si lega spesso a una maggiore libertà di movimento, a una riduzione delle inibizioni, a maggiore disinvoltura nelle relazioni). Poi, quando si inizia a vivere la paura di non potere più ricucire la lacerazione, si sente la necessità di recuperare la funzione paterna, e con essa la fiducia in se stessi e una vita più equilibrata e regolare.
Forse Umberto ha sentito il rischio del cambiamento evolutivo, col quale egli teme di perdere, insieme alle componenti distruttive, anche quelle vitali e produttive. Forse egli teme che il tempo si sia fermato da quando ha iniziato a fare scelte trasgressive; forse la percezione della propria fragilità e il timore di avere raggiunto un punto da cui è difficile tornare indietro costituiscono una parte del suo incubo.
A questo punto giunge la rassicurazione del padre: “anche se non funzionante, l’orologio continua a segnare l’ora giusta due volte al giorno”. E’ possibile, dunque, tornare al momento dell’interruzione della relazione, è possibile fare ripartire le funzioni interrotte. Il tempo per riprendere il percorso evolutivo è nuovamente attivo.