Il mio nome il mio progetto |
Massimo Carola | 29-09-2009 |
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Il mio nome è Massimo, il mio progetto lo porterò a termine dopo che avrò scontato la mia pena definitivamente, come ho portato a termine un progetto, più che altro un sogno. Parlo di quando avevo 23 anni e sognavo di aprire un pub. Facevo tante rapine, ma spesso i soldi li spendevo per la famiglia, la cocaina, l’ecstasy e i vestiti; ma riuscii a mettere da parte una certa somma di denaro e così inaugurai il pub. All’inizio guadagnavo poco, ma dopo tre mesi spesso i clienti erano costretti ad aspettare fuori. In quel periodo guadagnavo uno stipendio da fare invidia a un imprenditore, ma avevo preso un altro vizio, quello del gioco d’azzardo. E così andò tutto storto, non curavo più il pub e pensavo solo a giocare. Di notte pippavo tanto che il giorno dopo mi alzavo dal letto alle 5 del pomeriggio. Così, per via dei debiti che dovevo pagare, decisi di vendere il pub e guadagnai più di quello che avevo investito. Ho continuato a fare rapine per qualche anno, ma non c’era giorno che non pensassi che quel pub avrebbe potuto essere il mio futuro. Ora il mio progetto è di aprire di nuovo un pub, a Ibiza o forse a Cuba, anche a costo di vendere la mia casa, il mio unico bene e non posso fallire più… ormai ho quasi 40 anni e la vita è bella, anzi, bellissima; ho accanto due figli che mi amano e devo dar loro delle certezze come un padre vero e un futuro, sperando che non facciano quello che ho fatto io e cercherò di riuscire soprattutto per me stesso e anche perché sono stanco di questa vita in carcere.
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